il Fatto Quotidiano, 19 ottobre 2025
La Cpi sulla liberazione di Almasri: “L’Italia non ha rispettato gli obblighi internazionali”
Per la mancata convalida dell’arresto del generale libico Almasri il governo italiano ha violato gli obblighi internazionali. È quanto si ribadisce in un documento della Camera preliminare della Corte penale internazionale (Cpi). La violazione consiste nel non aver proceduto alla richiesta “di arresto e consegna” del generale accusato dalla Corte di crimini contro l’umanità. Almasri era stato fermato a Torino a gennaio scorso, ma il governo italiano, attraverso il ministro della Giustizia Carlo Nordio non autorizzò i giudici competenti della Corte d’appello di Roma a convalidare il fermo. Almasri fu rimpatriato con un volo di Stato. Le tre giudici della Cpi ritengono “all’unanimità che l’Italia non abbia agito con la dovuta diligenza né utilizzato tutti i mezzi ragionevoli a sua disposizione per ottemperare alla richiesta di cooperazione” e il governo non ha fornito “alcuna valida ragione giuridica o ragionevole giustificazione” per il ritorno in Libia di Almasri “anziché consultare preventivamente la Corte o cercare di rettificare eventuali difetti percepiti nella procedura d’arresto”. Nel documento si stigmatizza, inoltre, il fatto che nonostante “i ripetuti tentativi d’interloquire con il ministero della Giustizia italiano”, l’Italia non ha mai contattato la Corte per “risolvere eventuali ostacoli” all’arresto. Alle accuse delle giudici, però, non è seguita una decisione sul deferimento dell’Italia all’assemblea degli Stati parte o al Consiglio di sicurezza dell’Onu. A maggioranza – ha dissentito la giudice Liera – è stato concesso al governo fino al 31 ottobre per fornire altri chiarimenti su “eventuali procedimenti interni” connessi alla vicenda. Il riferimento è a quello del Tribunale dei ministri a carico della premier Giorgia Meloni, dei ministri Nordio e Matteo Piantedosi, del sottosegretario Alfredo Mantovano, per i quali la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere. Resta, invece, indagata dalla procura di Roma Giusi Bartolozzi, capo di Gabinetto del ministro Nordio. E alla Cpi è arrivata una nuova denuncia, di due avvocati, per quanto accaduto ai migranti nel Mediterraneo centrale, e in Libia tra il 2014 al 2020. Sotto accusa leader europei, anche italiani e alti funzionari Ue, accusati di crimini contro l’umanità. Tra i leader politici denunciati ci sono il ministro Salvini, gli ex premier Renzi, Gentiloni e Conte, gli ex ministri Alfano e Minniti, il presidente francese Macron e l’ex cancelliera tedesca Merkel.