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 2025  ottobre 19 Domenica calendario

La Bolivia vota il nuovo presidente, ballottaggio tra due candidati di destra: finisce l’era Morales

Oggi in Bolivia si voterà per eleggere un nuovo presidente, ma indipendentemente da chi vincerà, sarà un giorno storico: per la prima volta dopo vent’anni, il Paese sarà governato dalla destra. Dopo due decenni in cui al potere si sono susseguiti presidenti del partito di sinistra fondato da Evo Morales, il MAS (il Movimiento al Socialismo), i due candidati alla presidenza sono entrambi conservatori e di destra.
I due sfidanti per le elezioni di domenica 19 ottobre sono il candidato del Partito democristiano Rodrigo Paz e l’ex presidente conservatore Jorge “Tuto” Quiroga. Rodrigo Paz ha 57 ed è senatore. Ha una lunga carriera politica alle spalle e proviene da una famiglia molto importante per la politica boliviana: è figlio di Jaime Paz Zamora, presidente del Paese dal 1989 al 1993. Nato durante l’esilio della sua famiglia in Spagna, ha studiato economia e relazioni internazionali a Washington e punta a risanare l’economica del Paese con un severo programma di austerità e tagli alla spesa pubblica.
Nel suo programma, molto incentrato sul lato economico, propone quello che definisce “Capitalismo per tutti”: un programma di crediti accessibili, agevolazioni fiscali per promuovere l’economia formale ed eliminare le barriere all’importazione di prodotti che la Bolivia non produce. Questa settimana, durante la chiusura della sua campagna elettorale, Paz ha assicurato ai suoi elettori che se vincerà “trasformerà il Paese” e, prima di concludere, ha minacciato l’attuale presidente di sinistra Luis Arce, assicurando che verrà processato.
La Bolivia da diverso tempo sta attraversando una grossa crisi politica ed economica che sembra aver toccato il culmine proprio sotto la presidenza di Arce. Uno dei problemi più gravi è che da mesi ormai nel Paese andino si fatica moltissimo a reperire benzina e la crisi economica colpisce soprattutto le fasce più povere della popolazione.
Il fatto che proprio durante il governo di Arce si stia vivendo questa profonda crisi economica, è particolarmente significativo perché il Paese andino sotto la guida di Evo Morales aveva ottenuto una fortissima crescita economica, tanto da arrivare a parlare di “miracolo boliviano” e l’ideatore di questo miracolo era stato proprio Luis Arce, ministro dell’Economia per 12 anni durante i tre mandati consecutivi di Morales.
Risolvere la crisi economica del Paese è la prerogativa assoluta dei programmi dei due candidati e le soluzioni proposte sono diverse. Jorge Quiroga, detto “Tuto”, ha 65 anni ed è già stato presidente del Paese dall’agosto del 2001 a quello del 2002. Candidato dell’alleanza “Libertad y Democracia”, è un politico di destra e conservatore. In caso di vittoria, punta sull’apertura economica, sui mercati internazionali, sul controllo della spesa pubblica e sulla modernizzazione dello Stato. Per uscire dalla crisi economica propone una “terapia d’urto”, richiedendo 12 miliardi di dollari al Fondo Monetario Internazionale (FMI).
E, mentre Rodrigo Paz chiudendo la sua campagna ha minacciato l’attuale presidente Luis Arce, Quiroga dall’inizio della sua campagna ha attaccato Evo Morales, assicurando che “il suo futuro è dietro le sbarre”. Morales e Arce da anni sono al centro di una grossa disputa, una rivalità interna che ha spaccato completamente il MAS e la sinistra boliviana. Ex alleati politici, Morales ha scelto Arce come suo successore nel 2019 durante una grossa crisi politica, ma da quando Arce ha vinto le elezioni, diventando il nuovo presidente del Paese, Morales ha iniziato ad attaccarlo definendolo non idoneo a governare.
Il primo turno delle elezioni presidenziali si è tenuto in Bolivia lo scorso 17 agosto. A vincerlo è stato Rodrigo Paz con il 32% dei voti, mentre Jorge “Tuto” Quiroga ha ottenuto il 27% dei voti. Un risultato sorprendente e non anticipato dai sondaggi (generalmente non molto affidabili in Bolivia), che davano per vincitore Samuel Doria Medina, che ha ottenuto solo il 20% dei voti.
Evo Morales, che non ha potuto candidarsi dato che è imputato in un processo per presunta violenza sessuale, ha dichiarato di aver ottenuto un simbolico terzo posto al primo turno. Morales infatti nelle settimane precedenti al voto ha chiesto ai suoi elettori di votare “nullo”, consegnando una scheda bianca per protestare contro la decisione della giustizia boliviana che gli ha impedito di ricandidarsi. Ben 1 milione e 200 mila persone al primo turno hanno votato nullo, il 19% dei votanti. A una settimana dalle elezioni, secondo i sondaggi Jorge Quiroga è in testa con il 47% delle preferenze, mentre Rodrigo Paz dovrebbe ottenere circa il 39%, distanziandosi di ben 8 punti in più.