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 2025  ottobre 17 Venerdì calendario

La Germania vuole essere pagata per ogni calciatore che sceglie un’altra nazionale: “La formazione nelle giovanili tedesche è preziosa”

Un indennizzo per i calciatori che – dopo aver giocato nelle selezioni giovanili della Germania – scelgono un’altra nazionale maggiore. È quanto chiesto dal direttore generale della Federcalcio tedesca (Dfb), Andreas Rettig, parlando al quotidiano Augsburger Allgemeine. “Il fatto che un cambio di federazione sia gratuito mi sembra ingiusto. La formazione dovrebbe essere preziosa, anche per il formatore. Vogliamo muoverci in questa direzione“, ha ribadito Rettig, che aveva già presentato la sua protesta al quotidiano Süddeutsche Zeitung.
La Fifa è l’organismo responsabile delle modifiche alle regole in quanto organo di governo del calcio mondiale: l’idea è garantire un indennizzo alla federazione tedesca, dato dalla “nuova” federazione d’appartenenza quando un calciatore cambia nazionale. Cambio che è diventato più semplice dopo le modifiche Fifa del 2020: un giocatore professionista può trasferirsi se ha disputato al massimo tre partite con la nazionale maggiore prima dei 21 anni e se l’ultima presenza risale a oltre tre anni fa.
“Ci sono giocatori che sono cresciuti nelle nostre squadre giovanili, dall’Under 15 all’Under 21, e poi passano a un’altra federazione. Naturalmente, la crescita è in gran parte responsabilità dei club, ma la federazione si prende cura di alcuni giocatori anche per 75 giorni all’anno“, ha sostenuto Rettig.
Tra i casi più di rilievo – oltre a Ibrahim Maza (Algeria) e Josip Stanisic (Croazia) – spicca quello del diciannovenne attaccante Can Uzun, stella dell’Eintracht Francoforte. Di recente ha deciso di non giocare per la Germania, ma per la Turchia. “Questa è una delle maggiori sfide per il futuro della Dfb. È emersa una vera e propria competizione per i talenti”, ha affermato Rettig. “In un paese di 80 milioni di persone, il potenziale è grande. Se i genitori e le famiglie in generale hanno forti legami con la loro patria, è chiaro che anche i giocatori lo percepiscono”, ha sottolineato l’ex dirigente della Bundesliga.