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 2025  ottobre 16 Giovedì calendario

Tra marketing e femminismo, Kim Kardashian lancia il perizoma con i peli pubici

Kim Kardashian è riuscita ancora una volta a ottenere quello che le viene meglio: far parlare tutto l’internet. Nei giorni scorsi la linea di perizomi in più colori e con pelliccia riccia e liscia ribattezzata “The Ultimate Bush”, da tradurre con “il cespuglio definitivo”, è andata in poche ore sold out. Si tratta essenzialmente di un merkin, una “parrucca pubica”. Il saggio The Oxford Companion to the Body ne data l’origine intorno al 1450. Secondo la pubblicazione le donne «dovevano radere i loro peli pubici per la loro personale igiene e per combattere la pediculosi». Eliminati i peli, andavano però poi artificialmente ricostituiti.
Ma che ci azzecca il merkin con la moda e i giorni nostri? Kardashian l’ha presentata con un video su Instagram in un format da quiz televisivo anni Settanta ispirato a “Does The Carpet Match The Drapes?”, espressione idiomatica sull’abbinamento tra capelli e pelo pubico. Sul portale della linea di lingerie Skims l’articolo è promosso con lo slogan «con i nostri nuovi e audaci Faux Hair Panty il tuo tappeto può essere del colore che desideri». Non è il primo lancio audace e di successo di Skims. Due anni fa andò allo stesso modo – sold out e pubblicità planetaria – con i reggiseni con i capezzoli finti, a maggio è arrivata la variante con il piercing. A luglio il face wrap per il viso, la “fascia modellante” descritta come «una vera necessità. Ti modella il doppio mento e la mascella, ed è super comodo da indossare di notte o semplicemente in casa».
Difficile sapere se anche l’idea del tanga con pelo si risolve nell’ennesima ben riuscita trovata di marketing di Kardashian o c’è anche un messaggio che strizza l’occhio al movimento social-femminista della Gen Z che posta bikini non perfetti e promuove l’orgoglio pro-Bush. Certo è che come già accaduto con ogni altro centimetro del corpo femminile, anche il pube pare ora avere la sua beauty routine. Per la vagina non ci sono solo i detergenti, ma pure le maschere di bellezza come insegna anche Belen Rodriguez con la sua linea in tessuto per vulva “Mia libre”. Che la libertà non passi per le maschere siamo tutti d’accordo, ma siamo sicure di aver conquistato la libera e piena autodeterminazione almeno sull’aspetto del nostro pube? Che a ben pensarci sarebbe il minimo sindacale.
Quando si parla di beauty, moda e trend la domanda resta sempre la stessa: quando saremo per davvero libere di fare quello che vogliamo con il nostro corpo, senza che ogni personalissima, individuale scelta si tramuti poi in un trend da cavalcare, prezzare e vendere?