repubblica.it, 16 ottobre 2025
I russi consegnano agli Usa il “rapporto segreto del Kgb” sull’omicidio di Kennedy
Oltre sessant’anni dopo ci si gira sempre intorno. Su chi e perché uccise davvero John Fitzgerald Kennedy a Dallas in Texas. Sulla vita del cecchino conclamato Lee Harvey Oswald, l’ex marine diventato cittadino sovietico poi operaio nell’odierna Bielorussia e infine attivista castrista e filo-cubano, assassinato a sua volta dal gestore di un night club due giorni dopo quel fatale 22 novembre del 1963 mentre stava per essere trasferito dalla centrale di polizia di Dallas alla prigione della contea.
Sulle tesi complottiste che avesse agito per conto di Castro o di Krusciov che volevano vendicarsi dell’umiliazione subita con la “crisi dei missili”. Si cercano risposte che potrebbe contenere il rapporto del Kgb finalmente consegnato dall’ambasciata russa a Washington alla deputata statunitense Anna Paulina Luna. Un faldone di 365 pagine, alcune finite già in piena Guerra Fredda sul mercato nero alla mercé del migliore acquirente.
Tra Urss e Cuba, tutti i misteri di Lee Harvey Oswald
Tutto parte nel 1959 quando Oswald, dopo aver abbandonato il corpo dei marines, andò a Mosca per chiedere la cittadinanza sovietica. Respinto e deluso, cercò di togliersi la vita e soltanto allora ottenne asilo politico a Minsk, l’attuale capitale della Bielorussia, dove lavorò in una fabbrica di radiocomunicazioni e sposò la giovane collega Marina Prusakova con cui tornò negli Usa nel 1962. Era sorvegliato dal Kgb. E soltanto sei settimane prima che uccidesse Kennedy, andò a Città del Messico e tentò di ottenere un visto per Cuba bussando prima all’ambasciata sovietica e poi a quella cubana.
Circostanze che hanno sollevato diversi interrogativi tuttora senza risposta e alimentato molteplici teorie del complotto, benché tre diverse inchieste dell’Fsb e la Commissione Warren abbiano stabilito che Oswald agì da solo.Oltre sessant’anni dopo, la Russia ha deciso di consegnare agli Stati Uniti l’esito delle indagini segrete del Kgb. E ora c’è chi fantastica su clamorose rivelazioni e chi invece teme il bluff o, peggio, una “polpetta avvelenata”.
Il rapporto del Kgb consegnato alla deputata Luna
È stata la stessa Luna, repubblicana della Florida e trumpiana, che sta indagando su quei giorni fatali, ad annunciare che la Russia avrebbe finalmente acconsentito a consegnare documenti «di enorme importanza storica» che un team di esperti ha già iniziato a tradurre e rivedere. «Li pubblicheremo il prima possibile». Il rapporto, ha poi spiegato l’ambasciatore russo Darchiev, è stato consegnato a Luna «su sua stessa richiesta» nella speranza che «ciò garantisca un ulteriore accesso del pubblico alle circostanze della tragedia».
Ma altro non sarebbe che «una copia preliminare di una serie di documenti d’archivio relativi all’assassinio di John F. Kennedy che saranno pubblicati ufficialmente in Russia in novembre, molti dei quali erano stati presentati dal delegato sovietico al funerale di Jfk Anastas Mikojan».
I dubbi degli esperti
Nulla di nuovo, dunque? Allora i russi «si affrettarono a rassicurare gli americani che non avevano nulla a che fare con Oswald o con l’assassinio», ha avvertito parlando con New York Post l’investigatore Jefferson Morley che aiuterà Luna a studiare i documenti. Da qui le sue perplessità.
«Non credo che il Kgb nasconda i segreti su chi ha ucciso Kennedy», gli ha fatto eco Gerald Posner, autore del best-seller del 1993 “Caso chiuso: Lee Harvey Oswald e l’assassinio di Jfk”, che all’epoca tentò di acquistare i documenti del Kgb, ma senza successo. «Negli Anni ‘90 quei file avevano un prezzo. I fascicoli su Oswald erano nel capoluogo di provincia di Minsk. Erano davvero in vendita. Ora, 30 anni dopo, non hanno più questo problema. Penso che i russi che li forniscono lo facciano per distrarre da ciò che sta accadendo in Ucraina. Chissà?». A comprarli fu invece Norman Mailer, l’autore scomparso nel 2007 di “Il racconto di Oswald”. Ma non è chiaro quanto i documenti che furono acquistati da Mailer coincidano con quelli consegnati dai russi a Luna.
Il tempismo sospetto alla vigilia dell’incontro Trump-Zelensky
Il tempismo, di certo, fa dubitare gli esperti. Il gesto di buona volontà arriva proprio quando un Donald Trump che non fa che dirsi «deluso» dall’offensiva in Ucraina di Vladimir Putin sta per ricevere Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca. E non sembra un caso neppure il fatto che la consegna sia avvenuta nel giorno del compleanno postumo di Charlie Kirk, il politico statunitense assassinato un mese fa. Quanto Mosca investa in questo suo presunto gesto di buona volontà lo dimostra anche il fatto che l’inviato del Cremlino Kirill Dmitriev ha ritwittato le parole di Luna accompagnandole con emoji delle bandiere di Stati Uniti e Russia e di una stretta di mano.
«Ovviamente, abbiamo a che fare con un’agenzia di intelligence. Non sono affidabili per natura. Quindi bisogna stare molto attenti», ha avvertito Morley. «Si tratta di propaganda? Potrebbe esserlo. Ecco perché sto molto attento a non pronunciarmi su cosa sia. Chiaramente, i russi vedono qualche vantaggio nel rendere pubblica questa notizia. Dobbiamo stare molto attenti». Alcuni attivisti e osservatori sono andati invece oltre criticando apertamente Luna perché, apparentemente, crederebbe che il nemico degli Stati Uniti e di Kennedy durante la Guerra Fredda possa essere una fonte di informazioni sul suo assassinio più affidabile del suo stesso governo.
Posner, invece, spera almeno in qualche succulento dettaglio su Oswald. «Dovette sottoporsi a due esami psichiatrici nella sua vita. Il secondo glielo fecero i sovietici quando disertò per la prima volta. E poi gli dissero di lasciare il Paese. Sappiamo che il risultato fu che lo consideravano instabile. Ma non hanno mai pubblicato l’esame completo. Sarebbe fantastico se pubblicassero parte della sorveglianza audio o alcune delle fotografie e dei video, o della sorveglianza video o fotografica».