repubblica.it, 16 ottobre 2025
Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. Il direttore Cardinali: “Sono un po’ stanchino”
Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni dopo il numero di novembre. Lo storico mensile satirico fondato da Mario Cardinali e conosciuto in tutta Italia si prende una pausa di riflessione dopo un lungo successo e alcuni appelli lanciati ai lettori negli anni scorsi. Lunga o corta, non si sa. Cardinali, arrivato a novant’anni, si è detto “un po’ stanchino” e quindi il suo è un addio alla sua creatura, tirata su tra locandine storiche, vignette memorabili e stoccate a chiunque, in nome della libertà di parola e dell’eterna presa in giro. Ufficialmente quella del Vernacoliere è “una pausa di riorganizzazione”, quindi non è propriamente una chiusura come ha fatto intendere qualche utente sui social. Certo è che da parte di Cardinali c’è un “augurio di poter continuare a vivere in libera dissacrante irriverenza”.
Nato nel 1961 come ’Livorno Cronaca’ e settimanale di controinformazione, dal 1982 Il Vernacoliere riempie le edicole e le case dei toscani – e non solo – come mensile satirico. È venuto al mondo grazie a Cardinali e per oltre sessant’anni, alternando all’italiano il vernacolo inconfondibile livornese, ha fatto ridere generazioni di persone. Dal Vernacoliere sono passati anche grandi nomi della satira e della cultura italiana come Daniele Pagani, Emiliano Caluri, Max Greggio, Ettore Borzacchini, Federico Maria Sardelli e moltissimi altri, talmente tanti che per citarli tutti servirebbe un albo più che un articolo.
La notizia della sospensione delle pubblicazioni arriva da un post su Facebook della Mario Cardinali Editore Srl: “Nessuno è eterno, nemmeno Mario Cardinali che si sente francamente un po’ stanchino. Oddìo, stanchino… ciondola! Sì, il cervello è sempre vispo, ancora ce la fa a creare le sue famose locandine, respira anche. Ma sotto sotto ciondola, e anche un po’ sopra sopra”. Ragion per cui, “prima di cominciare a perdere i pezzi verso la cascata finale”, Cardinali ha annunciato “che dopo il numero di novembre il Vernacoliere sospende le pubblicazioni”. In attesa, ha aggiunto, “di tempi migliori": “Che sarebbe a dire o vediamo un po’ se dopo di me ci potrà essere qualcosa oltre il diluvio. Di menti valide ce n’è ancora parecchie nel gruppone che con me ha portato il nostro giornalaccio al record della durata satirica non solo in Italia ma qualcuno dice anche in Europa”.
Un altro fattore ha giocato un ruolo fondamentale nella decisione: “C’è anche la crisi sempre più profonda della carta, a dettar la nuova legge dell’editoria. Quella dei giornali, soprattutto. Che quasi più nessuno legge, surclassati come sono dai social, coi telefonini a dettar legge ovunque, nuovi totem dell’indottrinamento in massa. E la pubblicità a pagare il tutto, ché tanto poi a pagare veramente è il solito Pantalone quando compra. E anche per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gli incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutta Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattolini vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo, un po’ come le tabaccherie. Non esclusa l’idea di piazzarci un confessionale, a confessar la colpa di voler leggere ancora”.
Dopo aver lanciato una provocazione verso i giornali “ormai ridotti a raccoglier la bava dei tanti laudatores a richiesta”, nella nota Cardinali ha chiuso chiedendo coraggio a amici e collaboratori: “Vediamo se dopo aver ripreso fiato ce la faremo una volta ancora. E per intanto pigliatevi, oltre all’abbraccio affettuoso, anche il mio sentitissimo grazie per quanto finora avete fatto, nel contribuire a tenere alto il prestigio d’una storica bandiera d’irriverenza satirica”.