la Repubblica, 16 ottobre 2025
Spritz e sigarette che galleggiano: gli effetti della malamovida sui tesori del centro storico
Consumate dalla massa di turisti che si siedono sul travertino, oppure dai romani e dalle romane, tra un drink e l’altro. E gli effetti si vedono: sul fondo della vasca cinquecentesca della fontana dei Catecumeni a Monti, i bicchieri di plastica e le cannucce. I resti di qualche spritz o di un cocktail sono ormai un tutt’uno con l’opera di Giacomo della Porta.
Così, oltre al calcare e alla vegetazione che negli anni sono aumentati, a rovinare l’opera è anche la mano dell’uomo. Non va meglio attorno alla vasca, sulla parte superiore della scalinata: l’acqua ristagna per qualche perdita o otturazione e in questo “laghetto” che viene a formarsi ci sono anche le cicche di sigarette che galleggiano. Segno che sono state spente lì, sulla scalinata di fine Cinquecento. I segni della notte sul monumento si aggiungono a quelli del giorno, tipici non della movida serale ma dell’overtourism diurno. Panini, bevande, gelati, tutto quanto si può deglutire, sulla scalinata della fontana è presente.
Lo stesso accade in piazza Santa Maria Maggiore, di fronte all’omonima basilica dove ondate di pellegrini scaricati dai pullman turistici si recano anche per salutare Papa Francesco, lì sepolto. Mai come adesso la fontana, appena restaurata, è assediata. L’opera, in questo caso nel 1614, è stata affidata da Papa Paolo V a Carlo Maderno ed è anch’essa in travertino. Pizze e panini con sughi e formaggi filanti vari vengono trangugiati come se nulla fosse, accompagnati da una corrosiva Coca Cola pericolosamente appoggiata su uno dei gradini.
La quintessenza del pasto sul monumento a uso e consumo dei turisti è però in piazza della Rotonda, di fronte al Pantheon. Anche qui, l’opera in marmo bigio, travertino, marmo di Carrara e anche bronzo, è di Giacomo della Porta che ha anche completato la cupola di San Pietro dopo la morte di Michelangelo. E anche questa fontana è stata restaurata con i fondi del Pnrr e in particolare nell’ambito di Caput Mundi. Circondata da negozi di alimenti da mangiare in strada, sotto la vasca la fontana ha un primo gradino molto ampio. Tanto che una famigliola di turisti, zainetti in spalla, ieri si è piazzata in cerchio e in mezzo ha sistemato una coppa di gelato. Ovviamente colante.
Ma non c’è solo il dolce, anche il cibo salutare “colora” il travertino della fontana: sui gradini ecco spuntare la foglia mangiucchiata di insalata insieme al pezzo di cipolla rossa forse un tempo contenuta in un panino. Qui, perlomeno, non ci sono bicchieri di plastica che galleggiano nell’acqua della vasca appena ripulita con i lavori di restauro.
A poca distanza c’è un’altra fontana, la più monumentale di tutte: fontana di Trevi era assediata dai turisti che non solo scattavano foto e selfie, ma si immergevano, mangiavano pizze e panini, bevevano bevande seduti sulle scale o sui bordi del monumento di Nicola Salvi. Ora tutto questo è semplicemente impossibile perché il numero chiuso deciso dall’assessorato al Turismo guidato da Alessandro Onorato ha dato i suoi frutti. Una fila piuttosto ordinata attende il suo turno per entrare ed è vietato introdurre cibi o bevande. I controllori fischiano in continuazione a chi si siede, per fare una foto, sul bordo della vasca o anche solo vagamente si sporge come per volersi tuffare.