ilfattoquotidiano.it, 15 ottobre 2025
“Truffe sui bonus edilizi”, sequestrati tre milioni e mezzo all’imprenditore simbolo dell’antiracket a Palermo
Fatture retrodatate per acquisire le agevolazioni del bonus facciate e una serie di altre irregolarità sui lavori su 15 condomini, in alcuni casi mai avviati o mai terminati. All’alba di mercoledì la Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito un sequestro cautelare da tre milioni e 680mila euro nei confronti dell’imprenditore antiracket Giuseppe Piraino, noto per le sue campagne contro il pizzo, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il sequestro è stato disposto disposto dal giudice per le indagini preliminari Claudio Bencivenni su richiesta della Procura guidata da Maurizio De Lucia: Piraino, si legge nell’ordinanza, portava avanti una “prassi” per ottenere “crediti d’imposta non spettanti” grazie al meccanismo dello sconto in fattura, dimostrando “una spiccata spregiudicatezza oltre che una pericolosa serialità, sottoscrivendo senza alcuno scrupolo un numero significativo di contratti di appalto con il solo e unico scopo di maturare un credito d’imposta milionario e quindi acquisire un vantaggio indebito”.
L’inchiesta è partita da una denuncia presentata nel settembre del 2023 della proprietaria di un appartamento inserito all’interno di un condominio: le indagini hanno permesso di ricostruire i presunti illeciti riguardanti i lavori su 15 edifici. Uno dei casi è il rifacimento della facciata di un condominio per cui la ditta di Piraino, la Mosina Costruzione srl, aveva ottenuto 839mila euro, ovvero il 90% del fatturato complessivo: nonostante il contratto d’appalto risalisse al 29 dicembre del 2021, i finanzieri hanno accertato che i lavori di rifacimento della facciata non sono mai stati avviati, con il ponteggio fosse montato nel 2022 e mai smontato. “Sono indagato e ho subito anche una perquisizione personale. Ma sono sereno. Non ho mai intascato dei soldi dai bonus edilizi, se ho fatto qualche errore sono pronto a pagare, ma non ho intascato soldi. Anzi di soldini personali ne abbiamo messi parecchi. Fino a luglio abbiamo fatto un concordato con la Cgil per pagare gli stipendi a duecento operai, qui teste di legno non ce ne sono“, ha commentato Piraino.
L’imprenditore era iscritto a Controcorrente, il movimento fondato dal deputato regionale Ismaele La Vardera, ex inviato delle Iene: “Il sequestro apre interrogativi sulla correttezza dell’operato di un imprenditore conosciuto da tutta la città e a cui i media hanno sempre dato ampio spazio per le sue battaglie che hanno portato perfino all’arresto di mafiosi, che lo stesso ha avuto il coraggio di denunciare. La notizia sorprende, ma lasciateci esprimere disappunto per il tentativo che si sta facendo di accostare Controcorrente a una vicenda che nulla a che fare con il movimento in quanto tutti possono tesserarsi autocertificando, in fase di iscrizione, di non aver riportato sentenze penali di condanna e a comunicare entro dieci giorni dall’iscrizione l’esistenza di procedimenti penali pendenti, procedura che lo stesso Piraino ha seguito”, precisano in una nota gli esponenti di Controcorrente Filippo Occhipinti e Gandolfo Lo Verde. Lo scorso settembre Piraino e La Vardera avevano denunciato di avere ricevuto minacce di morte via messaggio: due giorni fa il prefetto di Palermo ha assegnato una scorta al deputato per le intimidazioni subite per le sue denunce sulle infiltrazioni mafiose negli stabilimenti balneari di Mondello.