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 2025  ottobre 15 Mercoledì calendario

Interferenze straniere, ok alla mozione di FdI. La Lega fa sparire la propaganda russa in Italia

Dopo giorni di opposizione della Lega, alla fine mercoledì mattina la maggioranza ha votato una risoluzione in commissione Politiche Europee ed Esteri del Senato contro le ingerenze straniere nelle democrazie occidentali. L’accelerazione è stata voluta da Fratelli d’Italia e il testo è stato votato da tutti i partiti, eccetto il M5S che si è astenuto. Anche la Lega di Matteo Salvini, che aveva fatto rinviare più volte il voto e chiesto diverse modifiche, ha detto “sì” ma con una condizione fondamentale: l’esclusione di ogni riferimento sulla propaganda russa in Italia. Il voto è avvenuto alla presenza del ministro degli Affari Europei Tommaso Foti: un segnale di quanto fosse importante per il governo
A fine settembre, dopo un lavoro andato avanti per mesi in cui la commissione aveva audito diversi esperti, tra diplomatici e studiosi del tema, i presidenti delle commissioni Stefania Craxi (Esteri, Forza Italia) e Giulio Terzi di Sant’Agata (Politiche europee, Fratelli d’Italia) avevano presentato una risoluzione sulle “ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Unione europea e nei Paesi candidati”. Un documento di 16 pagine in cui si chiedeva al governo una legge per istituire una task force governativa contro le ingerenze, contro le fake news e un controllo sull’anonimato social.
Il 24 settembre, però, il voto era stato rinviato proprio per la contrarietà della Lega su alcuni punti. In particolare, sugli effetti della propaganda di Mosca e Pechino negli esiti elettorali europei (e italiani), ma anche sul controllo dei social e delle fake news inserito nel Digital Service Act europeo (a cui il Carroccio si è opposto) e i riferimenti alle elezioni in Romania che, secondo la Lega, non erano state decise da Mosca.
Nell’ultima versione, consegnata nel fine settimana, era stato tolto solo il passaggio sulle elezioni rumene ma il Carroccio si è impuntato: così alla fine nel testo finale, che Il Fatto ha potuto leggere, è stato eliminato anche il riferimento sulla “forte permeabilità italiana alla propaganda russa” indicato da “alcuni media internazionali come The Guardian“. Tolto anche il riferimento al Digital Service Act europeo. Infine, sono stati annacquati gli impegni della risoluzione: nessuna necessità di una nuova task force contro le fake news e di un tracciamento sui social ma il governo dovrà solo “valutare l’opportunità” di istituirle.
Nonostante questo, il leghista Marco Dreosto ha comunque premesso che il Carroccio avrebbe preferito prendersi qualche giorno in più per “un maggiore approfondimento”. Oltre a lui, del partito di Salvini hanno votato a favore Gian Marco Centinaio, Elena Murelli e Stefania Pucciarelli. Assente invece Claudio Borghi, il più critico su questa risoluzione che nei giorni scorsi aveva attaccato gli alleati: “O la risoluzione cambia radicalmente o il mio voto ve lo scordate – aveva scritto su X – Tanto c’è il Pd pronto a votarlo, no?”.
Il senatore dem Filippo Sensi invece ha definito la risoluzione un “brodino che arriva troppo tardi” mettendo in risalto la contrarietà (a parole) di Lega e M5S: “Unica astensione – ha scritto Sensi su X – quella te pareva dei 5 stelle (quelli che volevano in audizione l’ambasciatore russo)”. Il senatore di Azione, Marco Lombardo, invece spiega che “con il voto in commissione politiche europee ed esteri sulla risoluzione relativa alle ingerenze straniere finalmente i partiti italiani prendono atto che la guerra ibrida esiste ed è una minaccia per le democrazie europee ed i processi elettorali!”. Poi aggiunge che chiederà che la risoluzione sarà votata “anche dall’aula” di Palazzo Madama.