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 2025  ottobre 15 Mercoledì calendario

Tutto iniziò con un laser rotto: i 30 anni di eBay

La storia di eBay comincia con un oggetto che più anti-eroe non si può: un puntatore laser rotto, messo all’asta nel 1995. Quel “difetto” è diventato un manifesto: ogni cosa, da qualche parte, può trovare il suo acquirente. È una filosofia che ha attraversato tre decenni, trasformando eBay in un’icona pop, per chiunque abbia conosciuto i primi anni della diffusione della rete.
Dietro la vastità di un ecosistema che riunisce 134 milioni di acquirenti in 190 Paesi e ospita 2,4 miliardi di inserzioni attive in ogni momento, si muove un mercato sempre più orientato al riuso: a livello globale, gli articoli usati e ricondizionati rappresentano il 40% delle vendite totali. E l’Italia occupa una posizione di primo piano: con oltre 4,9 milioni di acquirenti attivi, decine di migliaia di venditori professionali e milioni di visite ogni mese, il nostro Paese figura tra i dieci mercati più importanti nel mondo.
Ma sono gli oggetti a raccontare la storia di eBay meglio di qualsiasi cronologia. Oggetti che attraversano epoche, stili e passioni e continuano a vivere grazie a una community globale di appassionati. Dalla cintura Chanel firmata Karl Lagerfeld del 1995, che ancora oggi colleziona oltre 2.600 ricerche all’ora, fino all’Omega Seamaster Diver 300M, lo stesso indossato da James Bond negli anni ’90 e tornato tra gli orologi più desiderati del web. Dalla maglia bianca dei Chicago Bulls n. 45, autografata da Michael Jordan, alla carta Pokémon Charizard Holo 1st Edition del 1999, che a distanza di trent’anni è ancora in cima ai desideri dei collezionisti.
La piattaforma è cambiata, passando dalle aste tra privati alle esperienze AI-driven, ma il suo DNA resta lo stesso: dare a ogni cosa una seconda occasione. Ne abbiamo parlato con Margot Olifson, Country Manager di eBay in Italia dal 2024.
40% usato, 60% nuovo: la doppia anima del marketplace tra privati e PMI
Da trent’anni eBay unisce milioni di acquirenti e venditori in tutto il mondo, costruendo un ecosistema che promuove l’economia circolare e il valore del riuso. Oggi la sua community è una piazza ibrida, dove privati, PMI e grandi brand condividono lo stesso spazio digitale. Il suo arrivo in Italia ha contribuito a costruire fiducia negli strumenti online e a far crescere l’e-commerce. Secondo gli ultimi dati del DESI (Digital Economy and Society Index) della Commissione Europea – oggi integrato nel programma Europe’s Digital Decade – l’Italia si colloca ancora sotto la media UE per competenze digitali di base e integrazione delle tecnologie nelle PMI, ma registra progressi costanti nell’uso dei servizi digitali. In questo contesto, eBay ha svolto un ruolo pionieristico, aiutando milioni di utenti e imprese a superare la diffidenza iniziale e a sperimentare per la prima volta transazioni online sicure.
“eBay è arrivata in Italia nel 2001, quando l’e-commerce era ancora agli albori. Abbiamo introdotto strumenti che hanno costruito fiducia, un elemento fondamentale per qualsiasi transazione online – spiega Margot Olifson —. eBay nasce come piattaforma di aste tra privati e conserva quel DNA community-driven. Oggi la platea include anche venditori professionali e PMI. In Italia, nel 2024, circa il 40% del valore transato proviene da usato e ricondizionato e il 60% da nuovo: è un dato riferito alla tipologia di prodotti, non alla natura del venditore” (un privato può vendere il nuovo, un professionista può vendere l’usato).
eBay, il made in Italy corre nel mondo: il 94% delle PMI esporta all’estero
A livello globale, le categorie più dinamiche su eBay restano quelle dei Ricambi Auto e Moto, seguite da Casa e Arredamento, Elettronica, Abbigliamento e oggetti da collezione. Anche in Italia si conferma lo stesso trend: la categoria dei ricambi auto e moto è la più rilevante, complice l’età media del parco auto nazionale – tra le più alte in Europa – e la crescente difficoltà di reperire molti pezzi nei canali tradizionali. A seguire, si distinguono i segmenti Casa e Bricolage, Tecnologia, Abbigliamento e Accessori e Collezionismo, a testimonianza di un’offerta ampia e trasversale. Per le imprese italiane, eBay rappresenta oggi una vetrina globale: il 94% delle PMI presenti sulla piattaforma esporta almeno un prodotto all’estero, segno tangibile di un canale di internazionalizzazione concreto e accessibile.
A livello globale, in termini numerici, la maggior parte dei seller è C2C, ma il loro apporto al Gross Merchandise Volume – il valore lordo di tutte le transazioni concluse sulla piattaforma, incluse tasse e spedizioni – è intorno a un quarto, a conferma di un ecosistema dove coesistono piccoli venditori e operatori strutturati.
In tutti i casi, eBay rivendica con forza la specificità del proprio modello: un marketplace puro, non un retailer, e dunque non in competizione diretta con piattaforme come Amazon o Temu.
“Il successo dei venditori è il nostro successo. Non vendiamo in conto proprio e non entreremo mai in competizione con loro – spiega Margot Olifson —. Questa impostazione, solo in Italia, ha consentito al 57% dei venditori professionali di realizzare almeno una vendita all’estero nell’ultimo anno: una leva di internazionalizzazione per la manifattura diffusa e il retail specializzato”.
36 oggetti inutilizzati in ogni casa. 2 minuti per vendere un collezionabile
Secondo un’indagine Ipsos per eBay, nelle case italiane si nascondono in media 36 oggetti inutilizzati, e ben l’87% delle persone dichiara di possederne almeno uno. Sempre più italiani scelgono di dare nuova vita a ciò che non usano più: il 61% ha venduto online almeno un oggetto nell’ultimo anno, ricavando in oltre due casi su tre fino a 200 euro.
A guidare questa scelta è la volontà di trasformare ciò che non serve in risorsa: un modo per guadagnare qualcosa in più, alleggerire gli spazi e abbracciare un consumo più circolare. E ci sono casi in cui il valore può raggiungere cifre considerevoli, come quello di un venditore privato italiano che nel luglio 2022 ha concluso la vendita di un Rolex Daytona 116500LN Black Dial per 16.500 euro, la transazione di maggior valore mai registrata da un privato su eBay in Italia. È la prova che l’usato non è l’anticamera del ribasso, ma un mercato autonomo, dove unicità, stato d’uso e storia contano quanto il brand.
A trainare il fenomeno sono soprattutto le fasce 18-44 anni, senza differenze significative tra uomini e donne. La propensione alla vendita è trasversale e accompagna tutto l’anno, con picchi in coincidenza con traslochi, primavera o festività. Tra gli oggetti più ceduti figurano scarpe, giocattoli, decorazioni per la casa, borse e dispositivi tech, ma sono i collezionabili – carte, monete e francobolli – a garantire i guadagni più alti, spesso oltre i 200 euro. Alcune categorie, come le carte da collezione singole, si muovono in tempi record: in media 2,4 minuti per vendita su eBay.
E una volta incassato il denaro? Gli italiani mostrano una gestione consapevole anche del piccolo extra: il 35% mette da parte il ricavato, il 27% lo destina a hobby o attività familiari, il 26% a bollette e spese domestiche, il 21% a nuovi acquisti, mentre il 5% sceglie di devolvere in beneficenza.
Il tesoro è nell’armadio: i 4 profili dei nuovi venditori dell’usato
Una seconda ricerca Ipsos identifica quattro profili tipo di venditori italiani: “Le Fashioniste circolari”, perlopiù donne sotto i 34 anni che vendono per dare una seconda vita agli oggetti più che per guadagno, e se un articolo non trova acquirente preferiscono donarlo. Scarpe, borse e accessori sono il loro tesoro quotidiano. I “Cash-makers” dell’usato, uomini tra i 35 e i 54 anni: vendere per loro significa liberare spazio ed evitare sprechi, reinvestendo i proventi – in media tra 100 e 300 euro – in nuovi acquisti, anche di seconda mano. I “Genitori svuota-tutto”, coppie tra i 35 e i 54 anni che mettono in vendita giocattoli, libri, vestiti, con guadagni tra 200 e 500 euro, pianificando i momenti chiave – dall’estate alle fasi di crescita dei figli. Infine i “Minimalisti digitali”, esponenti della Gen Z, vendono per restare leggeri e costruire un piccolo fondo – spesso fino a 500 euro – scegliendo con consapevolezza cosa tenere e cosa lasciare. “Leggeri nel presente, pronti per il futuro”.
Reputazione e intelligenza artificiale: l’evoluzione del modello eBay
Molto prima che il meccanismo delle “stelline” diventasse la misura universale dell’affidabilità online, eBay introdusse nel 1997 il sistema di Feedback: un archivio pubblico di reputazione che ha educato generazioni di utenti a valutare transazioni e interlocutori. In Italia il sistema è attivo dal 2001.
“Il nostro fondatore ripeteva: People are basically good. Noi proteggiamo questo patto con strumenti proattivi – commenta Olifson —. Oggi quel principio si traduce in algoritmi di intelligenza artificiale che individuano comportamenti anomali, tutelano l’autenticità delle recensioni e prevengono manipolazioni, nel pieno rispetto delle normative europee e americane sulla privacy. La stessa visione guida scelte strategiche come l’acquisizione di Certilogo (2023), uno dei principali fornitori di servizi di autenticazione digitale per il fashion e il lusso. Grazie all’AI, la tecnologia consente di verificare l’identità dei prodotti e di rafforzare la fiducia tra acquirenti e venditori.”
La spinta dell’AI in eBay segue una traiettoria pragmatica: meno attrito per i venditori, più pertinenza per gli acquirenti. A livello globale – con roll-out in corso, non ancora in Italia – sono già attive funzioni come la creazione automatica dell’annuncio da una foto (l’algoritmo riconosce prodotto, categoria, titolo, attributi e suggerisce il prezzo) e Shop the Look, che propone abbinamenti personalizzati sulla base dello stile dell’utente.
Dal “De Minimis” ai dazi: eBay tra sfide e opportunità del commercio globale
Quando il commercio globale cambia, eBay cambia con esso. È il caso delle nuove misure commerciali varate negli Stati Uniti e della sospensione della soglia daziaria “De Minimis”, entrata in vigore il 29 agosto 2025. Il “De Minimis” era la norma che consentiva l’ingresso negli USA di spedizioni di valore inferiore a 800 dollari senza dazi né pratiche doganali complesse. La sua rimozione – insieme all’introduzione di nuove tariffe reciproche tra Stati Uniti, Europa e Asia – sta provocando impatti significativi sulle rotte del commercio transfrontaliero.
“Si tratta di novità molto recenti e non abbiamo ancora dati sufficienti per trarre conclusioni. È un contesto dinamico che seguiamo con molta attenzione – osserva Olifson —. Quando si parla di eBay dobbiamo ricordare che ci riferiamo a una piattaforma globale, con Paesi che potrebbero risentire dei dazi e altre che invece potrebbero trarne vantaggio. Ci sono sfide per alcune rotte, ma anche opportunità su altri mercati. La strategia di fondo, però, non cambia: intercettare una domanda globale, distribuire il rischio su più Paesi e fare della piattaforma un abilitatore”.