repubblica.it, 15 ottobre 2025
Grecia, oggi il Parlamento vota la giornata lavorativa a 13 ore nonostante due scioperi generali
“Lavorare 13 ore al giorno è contro qualsiasi conquista sindacale degli ultimi centocinquanta’anni, è un tuffo in un passato oscuro”. Non usa mezzi termini Stelios Koulouglou, parlamentare europeo della sinistra greca di Syriza, interpellato al telefono da Repubblica e allarmato per la legge voluta dal premier conservatore Kyriakos Mitsotakis che sarà approvata oggi dal Parlamento ellenico.
Due scioperi generali non sono serviti a scongiurare questa forma di “moderna schiavitù” come la chiama Koulouglou. “In teoria i datori di lavoro posso imporre la giornata di tredici ore solo con il consenso dei lavoratori, ma è ovvio che esistono mille modi per ottenere il via libera da parte di un capo”.
La legge, voluta dal ministro del Lavoro Niki Kerameus, prevede un incremento della retribuzione che può arrivare al 40% se il dipendente accetta di lavorare tredici ore per un solo datore di lavoro. C’è un limite: potranno essere chieste giornate di 13 ore per un massimo di 37 giorni all’anno.
I sindacati sono comprensibilmente sulle barricate: la Gsee è convinta che la riforma porterà a un “ulteriore peggioramento di una situazione già profondamente problematica”. Un famoso studio dell’Ocse ha dimostrato che la classe media, in Grecia, è stata spazzata via dalla crisi dell’euro dei primi anni Dieci. E l’orario di lavoro è già più alto che nel resto d’Europa: 39,8 ore a settimana contro le 35,8 della media Ue, secondo i dati Eurostat.