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 2025  ottobre 15 Mercoledì calendario

Dalle proteste dei giovani al golpe in Madagascar. Via il presidente, il potere ai militari

E così, tristemente, il dimenticato Madagascar ha avuto il suo raro momento di luce sulla ribalta mondiale. Dopo quasi venti giorni di manifestazioni contro il presidente Andry Rajoelina, innescate dalla cronica mancanza di acqua-luce e guidate dai giovani della Generazione Z (i nati nel primo decennio del secolo), nel Paese della vaniglia e dei baobab (e di 32 milioni di esseri umani tra i più poveri del pianeta) adesso comandano i militari.
Un altro golpe in Africa, uno dei nove degli ultimi tre anni. Un’altra ex colonia francese, con un leader controverso e molto vicino all’Eliseo, che prende il largo dalla sfera di influenza parigina. E quel che più conta, un altro sogno di cambiamento democratico che si infrange dopo tanto sangue versato. Le manifestazioni nella capitale Antananarivo erano state accolte dalla repressione delle forze di sicurezza: almeno 22 i morti (compreso un neonato di un mese soffocato dai lacrimogeni mentre era con la nonna a fare la spesa).
L’ex DJ Rajoelina, in sella dal 2009, aveva cercato di cambiare musica individuando capri espiatori e subodorando aria di golpe. Prima aveva licenziato il governo, poi annunciato la nomina del comandante dell’esercito a primo ministro. Infine aveva provato a dissolvere il Parlamento, lo stesso che ieri l’ha messo in stato di accusa con una maggioranza di 110 deputati su 160, mentre lui aveva lasciato il Paese il giorno prima, probabilmente con gli elicotteri mandati da Macron.
Dalla confusione istituzionale è emerso, come accade spesso, l’uomo con la mimetica: il colonnello Michael Randrianirina, a capo di quella unità Capsat 7 che nel 2009 aveva assecondato l’illegale ascesa dell’allora trentaquattrenne sindaco di Antananarivo (poi eletto nel 2018 e nelle contestate elezioni del 2023). È stato il colonnello ad annunciare ai malgasci e al mondo che per l’ex DJ la musica era finita.
E adesso? Dissolte le istituzioni con l’eccezione della Camera bassa del Parlamento che aveva votato l’impeachment del presidente. L’uomo con la mimetica ha annunciato la creazione di un comitato direttivo con uomini dell’esercito, della gendarmeria e della polizia. «Forse, a tempo debito, ci sarà posto per consiglieri civili».
Forse. Con il tempo. Chissà. Nessuna novità. Da un presidente autoritario a militari in armi. Alla faccia della «Generazione Z Mada» e del neonato morto nelle braccia della nonna. Sotto a chi tocca alla mangiatoia del potere. L’isola forse più dimenticata del mondo, con la sua terra rosso-ferro che ancora dà dimora al 5% delle specie viventi, da ieri è governata da una giunta militare. Dal 1950, l’Africa ha fatto registrare oltre 200 colpi di Stato. Nove negli ultimi tre anni. Dei 27 avvenuti dal 1990 a sud del Sahara, ventuno hanno avuto luogo in ex colonie francesi, com’era francese il velivolo che ha portato in salvo l’ex DJ Andry Rajoelina.