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 2025  ottobre 14 Martedì calendario

Cucciari: “Sono romantica anche se non si vede. Mai pentita di una battuta, neanche con Mattarella”

La conduttrice rapida come un furetto, con la battuta che fulmina, in realtà è una romantica. «Somiglio a quello che sono quando lavoro, ma nella vita sono un’altra cosa, sono molto più fragile e ho anche una mia tenerezza. Sono diversa da quello che faccio, ringraziando il cielo». Geppi Cucciari torna su Rai 3 dal 16 ottobre con Splendida cornice (primi ospiti la bambina palestinese Renad, con cui Geppi si è collegata spesso, Woody Allen, Gianni Morandi, Carla Signoris, Brenda Lodigiani, Gianni Rivera, Raphael Gualazzi, Paolo Fresu, Laura Marzadori). Il programma è un baluardo di ironia e libertà, in cui le domande ottengono risposte.
Sente la responsabilità?
«Senz’altro la trasmissione è l’ultima parte di un percorso iniziato tanto tempo fa, con programmi – cugini graditi a Natale – come Che succ3de?, Per un pugno di libri, G’day. Tutti hanno avuto un’influenza, anche la dimensione teatrale di Perfetta di Mattia Torre».
«Dopo il lockdown, quando eravamo tutti collegati, si voleva tornare alla normalità, con gli ospiti in studio. Così è nata la prima serata sotto l’egida di Rai Cultura, da Milano: un misto, come capita nella vita, tra l’occasione e l’agguato. Con Luca Bottura passammo un’estate a discuterne, è nato quello che vediamo. Cast fisso, persone a cui la gente si è affezionata: la professoressa Amalia Ercoli Finzi con i professori Antonelli, Maggi, la band, e amici che tornano».
Un’oasi. TeleMeloni esiste?
«In tutti questi anni alla Rai, sono 12, 13, c’ero da prima e lavoro stabilmente con i direttori di rete, semoventi. Sono in Rai, nel posto dove vorrei stare: è un editore che, con tutte le sue particolarità, per me rimane casa».
Passa dal cinema d’autore al teatro alla tv: cosa le piace di più?
«In teatro hai un’emozione che si rinnova sera per sera, lo spettacolo è lo stesso ma il pubblico cambia, sceglie di venirti a vedere. Con la tv sei tu a entrare a casa delle persone. Due ore e mezza, c’è Nicola Piovani che ti suona il piano, poi parlo con la gente in studio e la metto in contatto con i competenti. Ti trasmettono l’importanza del verbo studiare, passano i contenuti per osmosi. Andiamo nell’umanesimo».
Interroga, guida, ironizza, è caustica. Com’è?
«Mi ispiro alla scritta di un poster di Charlie Brown: “Io amo l’umanità ma è la gente che non sopporto”».
Rapidità di pensiero, una battuta dietro l’altra: è sempre stata così?
«Anche da piccola, sì, sempre portata a dire quello che mi veniva in mente. Mi capita di essere caustica, quindi per qualcuno inappropriata, però non faccio l’antropologa: la comicità spesso porta i contenuti».
Mai pentita di una battuta?
«No».
Tutti ricordiamo le sue presentazioni dei David al Quirinale: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo, le ha mai detto qualcosa?
«Abbiamo un rapporto personale, chimerico: nel senso che lo incontro in quelle occasioni ufficiali. Capita che si trattenga per un saluto. Penso che sia al contempo colpito e mai spaventato, ha a che fare con persone molto più insidiose. Mi guarda sempre dallo stupito all’arreso, ma parliamo di un’occasione festosa, si celebra la bellezza del cinema e di chi ci lavora. Poi ci sono per ala Giornata della ricerca o del volontariato, non vado lì da saggista ma con contenuti che passano attraverso il filtro dell’ironia. E il presidente è un uomo con un grande senso dell’umorismo».
A “Splendida cornice” sono memorabili gli scambi con la professoressa Ercoli Finzi, 88 anni, spiritosa e libera. Che ha capito?
«Che se c’è una cosa ancora più preziosa per una donna, è fare le cose e farle per prime, essere un’innovazione. Amalia è diventata ingegnere aerospaziale senza mettere da parte la famiglia. La competenza è un valore sottovalutato».
Chi vorrebbe come ospite?
«Roberto Benigni, l’ho solo sfiorato fuori da un teatro».
Ha avuto la sensazione che gli uomini siano intimoriti da lei?
«Quella che le donne troppo intelligenti o troppo spiritose intimoriscano, è una leggenda. Ho avuto svariati strabismi sentimentali e grazie al senso dell’umorismo ne sono uscita».

Oggi è felice con il suo compagno?
«Sì, la mia vita vera inizia quando finisco di lavorare. Intendiamoci, sono felice di aver trasformato il sogno di sempre in un lavoro, di coltivare quello che ho dentro, felice della sicurezza del gruppo che ho avuto la libertà di scegliere. Ma la vita personale ha un’influenza forte su quello che faccio. Sono “la donna dell’amore”, l’amore in generale, in tutte le sue forme: amicale, fraterno, paterno, sentimentale».
Ma lei è romantica?
«Sì, non so quanti potrebbero dirlo a occhio nudo».

Che pensa dei social?
«Non credo a chi mi esalta e leggo cose terribili, violente. A volte rispondo agli insulti e condivido commenti per ingenerare in chi li ha postati una riflessione. Ora mi dirà: perché, riflettono?».
In effetti.
«Non riflettono. Ma ci sono post al limite del reato, comprese minacce di morte, come l’augurio di raggiungere Michela Murgia».
Osceno.
«Le minacce le ricevo io, ma arrivano a chi scrive, a chi recita, a chi ci governa, a chi coltiva un’idea, nella maggioranza e nella minoranza. Non si può augurare la morte a chi dissente. L’odio non può essere alimentato e coltivato».

Cosa le fa più paura?
«Quello che, credo, faccia paura a tutti: perdere chi amiamo».