corriere.it, 14 ottobre 2025
Cani e gatti sempre più assicurati anche per la salute: gli italiani spendono fino a 300 euro l’anno (e più)
Gli italiani sono sempre più propensi a sottoscrivere assicurazioni per il proprio animale domestico che coprano non soltanto la responsabilità civile, una formula verso cui i proprietari più avveduti si sono sempre orientati e che molte compagnie hanno spesso offerto in abbinata a quella per la casa, ma anche le cure veterinarie. Questo perché non esistendo un sistema sanitario pubblico per gli animali, tutto ciò che attiene alla salute di cani e gatti e altre specie ormai entrate a pieno titolo nella platea dei membri non umani delle famiglie, è gestito da medici e cliniche private, con i relativi costi.
A confermare la tendenza è l’osservatorio assicurativo di Segugio.it, il motore di comparazione che scandaglia le offerte dei diversi operatori proponendo poi all’utente una selezione di quanto offre il mercato. E quello che emerge è che la maggior parte di coloro che ospitano un animale di affezione sceglie, tra quelli disponibili, il pacchetto a maggiore copertura.
In particolare, viene rilevato come la polizza base, che tutela il consumatore dagli eventi meno probabili ma che potrebbero avere un impatto molto elevato sul bilancio famigliare, come una malattia che richieda numerosi esami clinici o il ricorso a interventi chirurgici, viene scelta dal 36% degli utenti passati attraverso il portale di Segugio.it. Per questa copertura arrivano a pagare un premio medio di 10 euro al mese. È invece la maggioranza assoluta, il 51%, la quota di coloro che scelgono il pacchetto completo, che oltre alle coperture per le emergenze comprende anche le spese sanitarie ordinarie – visite di controllo, vaccinazioni -, per un premio medio di circa 24 euro al mese.
Di fatto si parla di una media di costi che varia tra i 120 e i 290 euro all’anno, modulabili a seconda dei servizi richiesti e delle offerte che di volta in volta vengono proposte dagli operatori del mercato. Alcune compagnie offrono anche servizi ulteriori, con relativo aumento del prezzo. In alcuni casi è possibile trovare coperture scontate perché abbinate a programmi di fedeltà di catene retail specializzate negli animali domestici, ma di fatto il range di spesa è quello indicato.
Il tema non è solo economico ma anche e soprattutto sociale. Come ha rilevato la vicepresidente dell’Ente nazionale protezione animali Giusi D’Angelo, in occasione dell’ultimo Italian Pet Forum del Sole 24 Ore, sarebbe grave se la compagnia di un animale domestico, con tutti i benefici che porta, fosse appannaggio soltanto di chi se la può permettere. Da più parti, in primis le associazioni animaliste ma anche diversi rappresentanti del mondo della politica, arriva la richiesta di un affiancamento delle istituzioni ai cittadini nella cura dei loro animali, che ormai hanno a pieno titolo un diritto di cittadinanza. Dopo averli riconosciuti come «esseri senzienti» nel Trattato di Lisbona, che ha aggiornato la carta fondamentale dell’Unione Europea, e dopo avere inserito la loro protezione, nel 2022, anche nella Costituzione italiana, viene ora richiesta un’azione conseguente anche in termini di agevolazioni fiscali e di assistenza sanitaria. Per esempio si potrebbe partire con una riduzione delle aliquote Iva che oggi sono al 22% sia per le prestazioni veterinarie sia per il pet food, come per prodotti e servizi di lusso.
Ma tutto questo ha un costo che al momento lo Stato non sembra pronto a sostenere, anche perché richiederebbe coperture di bilancio in un bilancio già complicato da far quadrare. Di qui l’esigenza di trovare alternative sostenibili che mettano le famiglie in condizione di affrontare un’emergenza. Il rischio, in caso contrario, è quello di trovarsi di fronte ad esborsi improvvisi in grado di incidere parecchio sul bilancio famigliare. O, peggio, che cani e gatti dei meno abbienti non ricevano le necessarie cure, a prescindere dalla volontà dei loro proprietari (discorso a parte meriterebbe il fatto che molti possessori di animali trascurano deliberatamente di garantire loro una assistenza sanitaria valida). La copertura assicurativa, per quanto rappresenti un costo, è invece una tutela che può essere affrontata da molti, per quanto non da tutti (e qui torna la necessità di un intervento delle istituzioni almeno per le persone a reddito più basso).
Secondo l’Osservatorio sulla società italiana di Ipsos per Unipol (2024), del resto, circa un italiano su quattro (26%) considera le spese per curare e mantenere in salute il proprio animale domestico il principale «svantaggio» che si accompagna alla scelta di adottarne uno, scelta che poi viene comunque compiuta. La spesa annua di mantenimento di un animale domestico viene stimata, a seconda degli studi, tra gli 800 e i 900 euro. E in queste cifre una quota che varia tra i 185 e i 380 euro, sempre a seconda delle diverse ricerche effettuate in materia e delle abitudini degli interpellati, è proprio rappresentata dalle spese sanitarie. Secondo un sondaggio UniSalute-Nomisma, oltre il 50% dei proprietari che oggi non possiedono una polizza assicurativa per il cane o il gatto sarebbe intenzionato a valutarla in tempi stretti.