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 2025  ottobre 14 Martedì calendario

Giulia Cecchettin, ora Turetta rinuncia all’appello: «Accetto l’ergastolo, voglio pagare interamente per la sua morte»

Una lettera scritta a mano e una conclusione sorprendente: «Rinuncio all’appello». Firmato Filippo Turetta. 
La missiva è arrivata in questi giorni sul tavolo dei quattro uffici giudiziari di Venezia interessati al caso: la procura Generale, quella ordinaria, la Corte d’assise, che lo scorso anno l’ha condannato all’ergastolo, e quella d’appello dove il prossimo 14 novembre dovrebbe iniziare il processo di secondo grado.

Colpo di scena, dunque, nel caso di Giulia Cecchettin, la studentessa ventiduenne padovana uccisa da Turetta l’11 novembre di due anni fa con 75 coltellate.
Soprattutto in considerazione del fatto che la difesa di Turetta aveva impugnato la sentenza con un articolato ricorso nel quale gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera sostenevano l’insussistenza della premeditazione. I giudici della Corte d’Assise avevano infatti ritenuto che il giovane padovano avesse studiato nei dettagli il delitto, tanto da stilare una lista di cose da fare con l’idea di uccidere la sua ex prima dell’incontro finito nel sangue.
Le ragioni per cui Turetta alza bandiera bianca sono legate al clima che si è creato intorno a lui: l’aggressione in carcere da parte di un detenuto, le minacce subite, la pressione mediatica. E, non ultimo, il rifiuto di Gino Cecchettin di accogliere – per il momento – la sua istanza di giustizia riparativa, cioè quel percorso diverso di espiazione della pena che prevede il coinvolgimento diretto delle parti, Turetta e i familiari di Giulia, finalizzato alla compensazione del danno causato. «Non è il momento di parlarne, soprattutto a ridosso del processo d’appello e senza che ci siano state né le scuse né la richiesta di perdono, mi sembra strumentale», aveva detto Cecchettin.
Con la rinuncia all’appello e l’accettazione dell’ergastolo, Turetta, che scrive di «sincero pentimento», vuole dimostrare che non sta cercando sconti di pena.
Va detto che anche la Procura di Venezia aveva impugnato la sentenza, chiedendo il riconoscimento delle aggravanti della crudeltà e dello stalking. E a questo punto il nuovo processo inizierà su questa sola base, a meno di sorprese.
  
Turetta, reo confesso, è detenuto dal 25 novembre del 2023, cioè dal giorno in cui fu trasferito dalla Germania dove era stato arrestato a bordo della sua auto dopo dieci giorni di fuga solitaria e dopo aver nascosto il corpo di Giulia in un anfratto montano vicino al lago di Barcis. «L’ho uccisa», aveva detto, «quando ho capito che non sarebbe più tornata con me».