repubblica.it, 13 ottobre 2025
Svelato il mistero di Vermeer, la Ragazza con l’orecchino di perla è una Maddalena
Il mistero Vermeer, da oggi, rischia di non essere più tale. Il pittore olandese del Seicento di cui il mondo conta appena 37 quadri, il più raro e ammirato, il protagonista della mostra irripetibile al Rijksmuseum di Amsterdam nel 2023, l’uomo a cui hanno dedicato film e ricostruzioni più o meno plausibili, adesso ha qualche segreto in meno. Lo storico dell’arte britannico Andrew Graham-Dixon, divulgatore televisivo e autore di una popolare vita di Caravaggio, ha passato l’ultimo decennio negli archivi di Delft, la città dell’artista, per approfondire finalmente i particolari di un’esistenza di cui si è sempre saputo pochissimo. Il risultato della sua ricerca sarà pubblicato il 23 ottobre.
Ma il saggio Vermeer: A Life Lost and Found (edito da Allen Lane) è stato ampiamente anticipato dallo scrittore stesso sul Sunday Times. Ne viene fuori un ritratto finalmente verosimile. Pacifista, idealista, profondamente devoto, secondo quanto messo insieme da Graham-Dixon, Jan Vermeer avrebbe fatto parte del movimento religioso dei rimostranti olandesi, seguaci di Jacobus Arminius, che si opposero ai calvinisti, promuovendo una teologia più liberale. Di più: il pittore frequentava una frangia ancora più radicale del gruppo, quella dei collegianti che gravitavano attorno a Maria de Knuijt. La stessa che – lo si è scoperto in concomitanza con l’esposizione di Amsterdam – fu la principale mecenate dell’artista morto a 43 anni il 15 dicembre 1675.
A casa sua e del marito, il ricco Pieter Claesz van Ruijven, c’erano ben 20 opere di Vermeer: quasi la metà della produzione che conosciamo. Tra i capolavori, La lattaia e, soprattutto, La Ragazza con l’orecchino di perla, uno dei dipinti più noti e riprodotti del pianeta. Finora il significato nascosto dietro il soggetto del quadro è rimasto sconosciuto, nonostante il romanzo di Tracy Chevalier e il successivo film con Scarlett Johansson. Ma la nuova ricerca prova a fare luce anche su questo. L’ipotesi è che la giovane fosse la figlia dei van Ruijven, Magdalena, ritratta a dodici anni, nel 1667, mentre indossa il costume che rimanda al suo impegno di neocollegiante e al personaggio evangelico di cui porta il nome: Maddalena, la discepola di Cristo.
E la perla? Su questo Graham-Dixon non si pronuncia. Di sicuro, nella storia dell’arte, la santa peccatrice è più volte raffigurata con gioielli che fanno riferimento alla fase di vita precedente alla redenzione. La versione di Caravaggio della Galleria Doria Pamphilj la rappresenta come penitente con una collana di perle ai piedi. Mentre una Maddalena con turbante – e anello al dito – è quella della Deposizione di Rogier van der Weyden, conservata al Prado e dipinta due secoli prima della Ragazza con l’orecchino di perla.
Tornando a Vermeer: A Life Lost and Found, Maria di Magdala era un personaggio di riferimento per la setta dei collegianti, così come gli altri apostoli di Gesù: la confraternita era fondata sulla tolleranza religiosa e l’egualitarismo. Ed era composta soprattutto da donne: questo spiegherebbe la prevalenza di soggetti femminili nella produzione del pittore. Ogni incontro del gruppo si concludeva con un concerto: e le lezioni di musica e gli strumenti compaiono spesso sulla tela dell’artista.
Insomma, secondo Graham-Dixon, l’opera di Vermeer sarebbe stata creata per un gruppo di donne estremamente religiose e idealiste che si davano appuntamento settimanalmente nelle stanze in cui un tempo erano appese queste immagini. I dipinti raccolti in quella casa dipinta nella veduta con la Stradina di Delft conservata al Rijksmuseum sarebbero stati veri e propri strumenti di meditazione. Lo sono ancora per il pubblico di tutto il mondo che li cerca al Met, alla Frick Collection di New York, al Louvre o nei musei d’Olanda. Vermeer continua ad attrarre folle che restano in silenzio davanti alla sua opera. Ed è questo il vero mistero che non è stato svelato.