Corriere della Sera, 13 ottobre 2025
I Pokémon preziosi come i Rolex. Furti, agguati, colpi di pistola: le follie per le carte giapponesi
Furti, falsi, liti. Persino agguati e spari. Nell’ultimo mese si sono accumulati casi di cronaca nera che hanno avuto come protagoniste – bottini preziosi da rubare come un Rolex – le carte Pokémon. L’ultimo è avvenuto lo scorso 8 ottobre: la polizia è dovuta intervenire al Romics – il festival del fumetto di Roma – per sedare una lite tra due uomini. Uno accusava l’altro di avergli venduto un falso. Pochi giorni prima, a Padova, sono stati ritrovati 25 sacchi di carte per un valore stimato di 24 mila euro: erano state rubate a Frosinone a un imprenditore romano, un collezionista, raggirato e picchiato da due truffatori. Ancora, in provincia di Latina, il 36enne Marco Colardo è stato gambizzato: l’uomo accusato di aver sparato, Giuseppe Marcellino, 31 anni, lo incolpava di avergli sottratto carte per migliaia di euro. È stato poi arrestato dai carabinieri. I colleghi di Tuscania, invece, nel Viterbese, hanno sorpreso e denunciato un 29enne per aver trafugato carte in negozi e supermercati: nella sua casa ne sono state trovate più di 300. A Milano, infine, la Guardia di Finanza ha scovato una truffa online: una falsa collezione era in vendita su Ebay per 500 mila euro.
Nati nel 1996 in Giappone come videogioco e poi arrivati a popolare cartoni, manga, libri e gadget, i Pokémon sono diventati alla vigilia del loro trentesimo anno di età un fenomeno culturale e sociale. Ma inevitabilmente anche economico.
«Rispetto agli anni Novanta è tutto cambiato. Le prime bustine costavano 5.000 lire. Oggi il valore è quasi quadruplicato». Alessandro Cremascoli è tra i primi giocatori italiani di carte Pokémon. Vincitore di diversi tornei nazionali, ha partecipato per 14 volte ai mondiali. Oggi continua a giocare e gestisce un negozio-pub per appassionati in provincia di Milano. L’evoluzione dei Pokémon l’ha vissuta dall’inizio: «Da qualche anno Pokémon, come altri marchi come Magic, stanno seguendo la stessa politica aziendale: stampare meno. Se le carte diventano rare, se ne parla di più. E un fenomeno molto discusso attrae l’attenzione degli sponsor». Un collezionismo indotto. Le carte possono arrivare a valere 400 euro. Solo i pezzi più rari e antichi arrivano a cifre milionarie. «Se guardiano al costo dei mazzi usati a livello competitivo, siamo sui 50 euro. Il gioco, quello da giocare, è uno dei più economici», puntualizza Cremascoli. E anche se attorno ai Pokémon oggi girano molti più soldi – con inevitabili conseguenze – Cremascoli è ottimista: «Penso che la cultura dei giochi di carte stia nascendo adesso. È cambiata la mentalità. Chi gioca ha tra i 17 e i 35 anni. Non è una cosa per bambini, ma un franchise con un fatturato da 4 miliardi di dollari l’anno. Se comprendi cosa c’è dietro, capisci anche le possibili devianze negative che porta con sé. Quando si parla di violenza o furti, non è il gioco, è la natura umana. Non ho mai visto a un torneo una rissa per una carta».