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 2025  ottobre 12 Domenica calendario

Lo strano caso del Kerouac inedito trovato tra le carte del boss

“Era il selvaggio, santo, pazzo tempo in cui Dean ed io eravamo inseparabili, due facce della stessa moneta, persa e ritrovata”. Basterebbe l’incipit a rivelare l’autore. Ma il passaggio in questione non fa parte delle pagine di Sulla strada, il romanzo di Jack Kerouac considerato il manifesto della letteratura beatnik e un capolavoro del Novecento: appartiene a un suo breve racconto inedito, scoperto soltanto ora. Il manoscritto originale è in procinto di andare all’asta negli Stati Uniti al prezzo di partenza di 8500 dollari: alla fine potrebbe ricavarne assai di più. Già così la notizia è eccezionale, in grado di scatenare l’entusiasmo fra i milioni di fan del grande scrittore americano scomparso nel 1969.
Ma il modo in cui il racconto è venuto alla luce è altrettanto sorprendente: gli esperti della casa d’aste Your Own Museum lo hanno trovato fra i materiali acquistati dagli eredi di Paul Castellano, boss mafioso del clan Gambino, una delle cinque famiglie italoamericane che si spartivano il crimine a New York, assassinato dal rivale John Gotti nel 1985 davanti all’ingresso di un ristorante sulla 46esima strada. Come il manoscritto di Kerouac sia finito in mano a un re della criminalità newyorchese è un giallo che probabilmente non avrà mai soluzione: i suoi protagonisti sono morti da decenni.
Di sicuro c’è l’autenticità del documento: il manoscritto è firmato a mano da Kerouac, la grafia corrispondente a quella della sua firma e la carta su cui è stampato a macchina corrisponde alla data in calce al racconto, 15 aprile 1957. Cioè cinque mesi prima della pubblicazione di On the Road, il titolo in inglese del romanzo che ha per protagonisti l’autore e Dean, nome fittizio dato a Neal Cassady, suo migliore amico e compagno di sbornie, di viaggi in auto da una costa all’altra, di molto altro. I biografi hanno inoltre stabilito che il racconto fu scritto da Kerouac a Londra, perché il 25 marzo 1957 lo scrittore si trovava a Tangeri, in Marocco, da dove datò lettere al suo agente Sterling Lord e all’amico Cassady, da lì raggiunse la capitale britannica, dalla quale scrisse il 10 aprile una lettera al poeta Philip Whalen e il 20 aprile un’altra lettera all’agente Lord.
“Nel novembre 2024 abbiamo acquistato una parte dei materiali della casa di Paul Castellano a Long Island, messa in vendita dai suoi eredi”, racconta Jerry Braunfield, curatore della casa d’aste Your Own Museum, al Guardian di Londra. “Non sappiamo per quanto tempo Castellano sia stato in possesso del manoscritto di Kerouac, né come se lo fosse procurato. Era noto che Kerouac ha accompagnato l’elaborazione di On the Road con appunti, racconti, idee vergate in ordine sparso. Tra cui questo, di cui non si conosceva l’esistenza”.
Dal racconto, intitolato On the Road: the holy, beat and crazy next thing e lungo due pagine, emergono gli stessi personaggi, temi, perfino espressioni che si ritrovano nel romanzo. “Il denaro era andato, speso in benzina e vino a buon mercato e una folle notte in un motel di Tucson finita con una rissa e una corsa alla macchina”, scrive Kerouac. “Adesso siamo senza un soldo, il cielo colore di un nichelino sporco e un cattivo vento di montagna taglia Larimer Street”.
Vi compaiono, oltre ai due protagonisti, anche Carlo Marx (lo pseudonimo con cui Kerouac chiama il poeta Allen Ginsberg) e Marylou (nella realtà LuAnne Henderson, moglie di Cassady). Il finale è epico: “Abbiamo bevuto fino quando è finito il vino e le stelle sono diventate una macchia di luce. Abbiamo parlato di tutto e di niente, con le parole che rimbalzavano nella vasta notte americana. Eravamo insieme, sulla strada, al verde, liberi, e quel preciso momento, su una collina senza nome sotto un miliardo di stelle, ci bastava. Poi anche il momento è passato, frantumato dal prossimo frenetico impulso, e siamo rimontati in macchina, ruggendo verso la prossima cosa, sempre la prossima cosa, la prossima santa, pazza cosa”.