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 2025  ottobre 12 Domenica calendario

Aiuto, le farfalle tropicali si stanno scolorendo: “Ma è solo colpa nostra”

Un mondo in bianco e nero. Perfino nella coloratissima Amazzonia. Le attività umane che degradano gli habitat, dalla deforestazione all’innalzamento delle temperature, stanno modificando la tavolozza della Natura, spegnendo i rossi, gli indaco, i gialli, e privilegiando i grigi e le sfumature di marrone. Un esempio su tutti: le sgargianti ali delle farfalle tropicali.
L’allarme lo hanno lanciato i ricercatori che in Brasile curano un progetto il cui obiettivo è documentare come la perdita di habitat stia “decolorando” l’Amazzonia. Hanno acceso i riflettori su quelle porzioni di foresta tropicale che sono state abbattute per far posto a coltivazioni di eucalipti, dai cui tronchi si ricava pasta di legno, legname e carta igienica (una monocoltura che si stima nel mondo occupi ormai almeno 22 milioni di ettari). «Nelle piantagioni di eucalipto le comunità di farfalle sono dominate da specie di colore marrone», spiega Maider Iglesias-Carrasco, biologa dell’Università di Copenaghen e coordinatrice dello studio.
Che essere variopinti e appariscenti potesse ormai rappresentare uno svantaggio, in una Amazzonia sempre più antropizzata, lo si era capito già nel 2019 quando un team di ricercatori dell’Università Federale del Rio Grande do Sul aveva trascorso molte settimane a studiare la fauna della foresta pluviale: le specie di farfalle cambiavano significativamente a seconda dell’ambiente circostante, e i loro colori seguivano l’andamento della vegetazione. «Le specie più colorate sono spesso le prime a scomparire dopo la deforestazione», ha raccontato al Guardian Ricardo Spaniol, uno dei biologi della spedizione. «Probabilmente a causa della perdita di vegetazione autoctona e della loro maggiore esposizione ai predatori. Questo rappresenta un processo accelerato di scolorimento nelle comunità di farfalle amazzoniche».

«Non va però alimentato un equivoco», avverte Francesco Barbieri, direttore della Casa delle Farfalle di Bordano (Udine), biologo ed entomologo, con quasi quarant’anni di esperienza nel mondo degli insetti tropicali. «Non sono le farfalle a cambiare colore per adattarsi al nuovo habitat. Sono piuttosto le specie colorate della foresta tropicale che lasciano il posto ad altre, più adatte a vivere in un bosco di eucalipti».

In realtà, il “cambio” di colore delle ali all’interno della stessa specie, per adeguarsi a cambiamenti dell’ambiente indotti dalle attività umane, ha un precedente celebre, ma riguarda una falena e non una farfalla: la Biston betularia. Bianca con piccole macchie scure, per mimetizzarsi sulle cortecce delle betulle, divenne improvvisamente facile preda degli uccelli nell’Inghilterra di metà ottocento: la fuliggine che usciva dalle ciminiere simbolo di una Rivoluzione industriale alimentata dal carbone, aveva annerito gli alberi rendendola estremamente riconoscibile ai predatori. E così i rari esemplari scuri di Biston betularia ebbero un inatteso vantaggio evolutivo, finendo per soppiantare in pochi anni la varietà chiara. Ma con la ripulitura dell’aria (e delle cortecce) dall’inquinamento si poté assistere al fenomeno inverso.
«In Amazzonia stiamo vedendo qualcosa di completamente diverso», spiega Barbieri. «Le foreste tropicali hanno un altissimo livello di biodiversità: 200 specie di alberi per ettaro. E le farfalle sono dei parassiti degli alberi: quindi dove ci sono tante piante diverse ci saranno anche tante farfalle diverse. Immaginiamo ogni specie come una squadra di calcio: se ci sono solo due squadre, basta che una metta la maglia bianca e l’altra la maglia nera; ma se le squadre del campionato sono venti, servono divise di tanti colori diversi e magari anche disegni che rendano riconoscibili i giocatori. È quello che fanno le farfalle tropicali. Inoltre, nelle foreste così fitte, dove penetra poca luce solare, servono colori e disegni molto visibili e riconoscibili per comunicare, per esempio nella ricerca del partner».
E se si tagliano le 200 piante diverse per ettaro, sostituendole con soli eucalipti? «C’è molta meno biodiversità. E farfalle compatibili con quell’unica specie vegetale”» risponde Barbieri. «L’ambiente è molto più illuminato, perché le chiome sono meno fitte, e quindi alle farfalle servono colorazioni meno brillanti. Ma si tratta di meccanismi noti fin dai tempi di Darwin».
La novità è che, forse per la prima volta, si sta assistendo in diretta, e con scienziati sul campo, alla mutazione per mano umana di un habitat e delle sue farfalle. Dove volavano le spettacolari Morpho blu (Morpho menelaus), ora i ricercatori brasiliani, all’ombra degli eucalipti, si imbattono nelle ben più dimesse (e marroncine) Amiga arnaca.