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 2025  ottobre 11 Sabato calendario

Isola di Pasqua, come sono state trasportate le statue Moai? Una ricerca ha dimostrato che «camminano»

Le imponenti statue antropomorfe moai, dell’Isola di Pasqua, hanno custodito per secoli un enigma su cui archeologi e ricercatori si sono a lungo arrovellati: come ha fatto la popolazione polinesiana autoctona a trasportarle sull’isola? Un po’ di numeri, per comprendere la portata dell’impresa: si tratta di 638 statue alte fino a 10 metri e pesanti tra le 5 e le 10 tonnellate. Un mistero che ha alimentato le ipotesi più disparate. Ma un team di ricercatori potrebbe avere finalmente trovato la risposta. E non c’è dietro chissà quale tecnologia, ma – come direbbero le nonne – solo «dell’olio di gomito».
Il modello 3D e la ricerca sul campo
In un recente articolo pubblicato sul Journal of Archaeological Science, gli antropologi Carl Lipo e Terry Hunt hanno analizzato i moai (questo è il nome dele statue in lingua locale, cioè in rapa nui), creando modelli 3D dettagliati e ad alta risoluzione per studiarne la struttura e il possibile trasporto. Da lì, hanno ideato un esperimento per verificare se un moai potesse essere trasportato dalla cava di pietra vulcanica – da cui veniva estratto il materiale per realizzarla – alla sua piattaforma cerimoniale. Una teoria che hanno testato direttamente sul campo.
Le statue “camminano"
In sostanza, le statue «camminano». Ma non lo fanno da sole. Per trasportare verticalmente una statua da 4 tonnellate – e questo è stato dimostrato da un video realizzato direttamente dai ricercatori – sono necessarie 18 persone. Legando delle corde attorno alla statua e facendola oscillare da un lato all’altro, il monolite avanza lentamente, come se stesse camminando.
La conferma della conformazione delle strade
Ma c’è di più. Perché anche le strade di Rapa Nui – il nome nativo dell’Isola di Pasqua – supportano questa ipotesi. Larghe circa 4,5 metri, con sezione trasversale concava, sembrano progettate appositamente per il trasporto delle enormi statue. A favorire la camminata dei moai lungo le vie dell’isola, secondo gli studiosi, la forma a D della loro base e una leggera inclinazione in avanti a cui sono soggette. «I nostri esperimenti hanno rivelato che la progettazione inclinata in avanti ha consentito un trasporto efficiente, coprendo 100 m in 40 minuti», rivelano.
Il 51,6% delle statue si trova a 2 km dalla cava
L’analisi statistica della distribuzione dei moai lungo le strade mostra un modello che suggerisce interruzioni nel trasporto, che i ricercatori definiscono «il fallimento del trasporto»: il 51,6% delle statue si trova entro i 2 km dalla cava di Rano Raraku, quindi a breve distanza, dal luogo nel quale sono state progettate. «Seguono un modello di decadimento, tipico di un processo di trasporto che si è arrestato prima del completamento, piuttosto che di un posizionamento deliberato per motivi cerimoniali», specificano i ricercatori.
Messa in cantina l’ipotesi del trasporto orizzontale
Gli studiosi – che lavorano su questo tema da diversi anni – sono certi della loro scoperta, che smentisce definitivamente un’ipotesi precedentemente considerata: quella del trasporto orizzontale. «Affrontiamo sistematicamente le critiche riguardanti i vincoli del terreno, la disponibilità di corde, i modelli di degradazione atmosferica e i meccanismi di trasporto alternativi, dimostrando come le obiezioni non riescano a spiegare le ampie prove archeologiche a supporto del trasporto verticale». E proseguono: «Il metodo del trasporto a piedi richiedeva risorse e manodopera minime rispetto alle ipotesi di trasporto orizzontale, rivelando una sofisticata ingegneria piuttosto che una distruzione ambientale, e in linea con le tradizioni orali di Rapa Nui che descrivono i moai camminare dalla cava».