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 2025  ottobre 10 Venerdì calendario

Vespa “artista” uno e trino: arrotonda anche con i doc

Una serie di documentari sulla storia d’Italia. La cui prossima puntata, L’Italia dal 1949 al 1968, andrà in onda lunedì 22 dicembre su Rai1, in seconda serata, dopo la nuova fiction su Sandokan. Parliamo di Bruno Vespa, che per la Rai si triplica: oltre alla conduzione di Porta a Porta, per tre sere alla settimana, e 5 Minuti, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dopo il Tg1, ci saranno anche i documentari. Non è una novità, perché il primo, 1948, l’anno che cambiò l’Italia, è andato in onda sempre su Rai1 circa un anno e mezzo fa. E col nuovo anno altri due ne seguiranno: L’Italia dal 1969 al 1993 e L’Italia dal 1994 al 2011 (l’epopea berlusconiana). Si tratta di un racconto di 55 minuti con immagini e interviste per raccontare, appunto, uno spaccato dell’Italia repubblicana: la prima puntata sul 1948 fu impreziosita da un’intervista a Liliana Segre. Del resto la passione del giornalista per la storia è cosa nota, come si evince anche dai titoli dei suoi libri, che mescolano spesso eventi passati e presenti. Solo tra gli ultimi: Hitler e Mussolini (2024), Il rancore e la speranza, ritratto d’Italia dal dopoguerra a Giorgia Meloni (2023), La grande tempesta, da Mussolini a Putin a Meloni (2022); Perché l’Italia diventò fascista (2019).
Ma da dove arriva l’idea? Tutto risale al 2017, quando Mario Orfeo, allora direttore generale della Rai, gli tagliò il compenso del 37%. In quell’epoca, infatti, per realizzare Porta a Porta, quattro puntate a settimana, Vespa percepiva 1 milione e 930 mila euro con un contratto triennale. Il taglio portò a un nuovo compenso di 1 milione e 200 mila euro annui. Per compensare la “perdita”, Orfeo e Vespa si accordarono per una serie di documentari storici che il giornalista avrebbe dovuto realizzare “fuori contratto”. “Una piccola compensazione a fronte del maggior taglio di stipendio che si sia mai visto nella storia della Rai”, fanno sapere fonti vicine al conduttore. Poi con questi documentari si è andati per le lunghe: il primo è stato trasmesso nel 2023 e il secondo andrà in onda a dicembre. “Trasmetterli a così tanto tempo l’uno dall’altro fa perdere il valore che avrebbero potuto avere per l’azienda. È un’operazione che ha poco senso…”, fa notare una fonte interna. Nel frattempo il contratto del conduttore è cambiato: ora il compenso è 3,3 milioni a biennio (1 milione e 650 mila annui) per Porta a Porta e 5 Minuti. I documentari sono compresi, ma pagati a parte, una specie di fuori sacco.
Ma in tema di alti compensi Vespa è in buona compagnia: Massimo Giletti arriva a 1,1 milioni l’anno, Maria Latella a 730 mila, Monica Setta a 700 mila. Sui 500 mila si aggira il contratto di Salvo Sottile per Far West, mentre l’ex Iena Antonino Monteleone percepisce circa 360 mila euro l’anno. Non proprio bruscolini per un’azienda che si è ripromessa di tagliare 26 milioni nei prossimi due anni, come annunciato dall’amministratore delegato Giampaolo Rossi alla presentazione dei palinsesti, lo scorso giugno a Napoli.
Il conduttore di Porta a Porta, inoltre, da anni viene attaccato, soprattutto dall’Usigrai, anche per il cosiddetto contratto “da artista”, che gli ha permesso, da esterno, di superare il tetto annuo dei 240 mila euro dei dipendenti Rai. Tetto ormai superato da una recente legge del governo Meloni, ma in Via Asiago per ora non ci saranno aumenti di stipendio. Il contratto da “artisti” però in questi anni è stato fatto praticamente a tutti i giornalisti esterni, proprio per superare il famigerato tetto. E l’elenco è lungo: Giletti, Sottile, Latella, Setta, Monteleone, Riccardo Iacona, per dirne alcuni. Ma anche Alberto Angela e, quando conducevano programmi in Rai, Giovanni Floris e Massimo Giannini. Più di recente ne ha usufruito pure Monica Maggioni, che la scorsa estate si è licenziata dall’azienda ottenendo un contratto di collaborazione di 5 anni a quasi 500 mila euro annui.