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 2025  ottobre 10 Venerdì calendario

Belgio, piani di attentato con drone al premier: 3 fermati

La polizia giudiziaria belga ha smantellato una presunta cellula terroristica ad Anversa che stava pianificando un attentato «d’ispirazione jihadista» contro «alcuni politici», tra i quali – secondo la stampa locale – ci sarebbe anche il primo ministro Bart De Wever. L’obiettivo, secondo quanto ricostruito dalla procura, sarebbe stato quello di colpire il premier utilizzando un drone carico di esplosivo.
Tre persone sono state fermate nel corso di quattro perquisizioni condotte nel quartiere di Deurne e in altre zone della città fiamminga, con il supporto delle unità specializzate e dei cani antiesplosivo. I sospettati – due giovani nati nel 2001 e nel 2002, e un terzo, appena diciassettenne – sono accusati di tentato omicidio terroristico e partecipazione a un’organizzazione criminale con finalità di terrorismo. Durante una delle perquisizioni, in una casa di Sint-Rochusstraat, gli investigatori hanno rinvenuto un ordigno esplosivo artigianale progettato per essere agganciato a un drone. L’abitazione si trova a poche centinaia di metri dalla residenza privata del premier fiammingo, segno che il gruppo avrebbe studiato con attenzione i movimenti del bersaglio.
In un’altra abitazione è stata trovata una stampante 3D che secondo gli investigatori sarebbe servita per fabbricare dei pezzi utili a commettere l’attentato. Non sono stati trovati droni, ma – come spiega un comunicato della procura federale – «ci sono indizi che l’obiettivo dei sospettati fosse quello di fabbricare un drone al quale agganciare l’esplosivo».
L’inchiesta è affidata a un giudice istruttore specializzato in materia di terrorismo. Secondo fonti investigative, la cellula agiva in ambienti riconducibili a circoli islamici radicali. Resta da chiarire se la scelta della casa vicina alla residenza di De Wever fosse casuale o parte di un piano premeditato per colpire in modo chirurgico, sfruttando la possibilità di far volare il drone fino all’abitazione del premier.
Bart De Wever non è nuovo a minacce di questo tipo. Già all’inizio dell’anno la Corte d’Appello aveva condannato cinque uomini per atti preparatori a un attentato ai suoi danni, pur ritenendo che la minaccia non fosse imminente. Inoltre, pochi giorni fa, un pacco sospetto era stato lasciato davanti alla sua abitazione: pur essendosi rivelato innocuo, aveva riacceso i riflettori sulla sicurezza del premier. Ora il ritrovamento di un ordigno destinato a un drone potrebbe segnare un cambio di passo anche nelle modalità di azione del terrorismo in Europa a dieci anni dall’ondata di attentati che aveva colpito Parigi e poi altre città, inclusa la capitale belga Bruxelles.