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 2025  ottobre 10 Venerdì calendario

Auto, Berlino rinvia la svolta. Ma Merz tiene il punto: motori termici oltre il 2035

Chi si aspettava una svolta sull’auto a Berlino, dovrà attendere ancora. La Germania non cambia per ora la sua linea ufficiale, cioè non chiederà che venga spostata, o meglio eliminata, la scadenza «legale» per i motori a scoppio. Nel governo nero-rosso, tra Cdu e Spd, non c’è intesa. Ma il cancelliere Friedrich Merz (Cdu) lascia capire come la pensa e dove comunque vuole arrivare: farò «tutto il possibile», ha detto, per abolire il divieto di vendita delle nuove auto a motore termico nell’Ue a partire dal 2035 e per sostenere l’industria automobilistica tedesca in crisi. «Non ci deve essere un taglio netto nel 2035: per quanto mi riguarda».
Ma il vertice in cancelleria – a cui guardavano gli addetti ai lavori di tutta Europa —, e dove erano presenti i capi delle case automobilistiche, i sindacati, i governatori del «Länder dell’auto» non è stato risolutivo. Né il cancelliere né gli industriali contestano la transizione ecologica: ma ritengono il calendario proibitivo, tale da strangolare il settore chiave dell’economia tedesca. Secondo Merz, la mobilità elettrica rimane la via maestra da seguire; non si tratta di «tornare alle vecchie tecnologie», ma di «avanzare con l’elettromobilità e altre forme di propulsione climaticamente neutre». Lasciando però decidere alle aziende, ai mercati e alla tecnologia.
Secondo il ceo di Volkswagen, Oliver Blume, per potenziare l’elettromobilità occorre più tempo del previsto. «Tutte le previsioni politiche erano troppo ottimistiche». Secondo le stime della VW, nel 2035 solo il 50% del mercato sarà elettrico.
Elettrica una su due
Secondo le stime di Volkswagen nel 2035 solo il 50% delle auto sarà elettrico
Se Berlino non riesce a trovare la sintesi – come si dice nel gergo sindacale – è perché una buona parte della Spd rimane a favore della «messa al bando» degli inquinanti motori a scoppio, fedele a una più rigida e dirigistica transizione ecologica. Va detto che il pragmatico vicecancelliere Lars Klingbeil (Spd) sembra d’accordo con Merz. Non solo ha difeso l’uso di tecnologie come i range extender (gli estensori delle batterie) e le ibride plug-in, definendole «segni di flessibilità», ma si è pronunciato per un «cambiamento della posizione tedesca» nella Ue.
Chi non lo è, però, sono il capogruppo Spd Matthias Miersch o il ministro dell’Ambiente Carsten Schneider (Spd), che al termine della riunione ha lanciato proclami combattivi: i produttori di auto devono «pagare le multe», ha detto, se «non rispettano le leggi» sulle emissioni di Co2. I socialdemocratici vogliono tener fede agli impegni e al patto con le sinistre all’Europarlamento. Tra due settimane c’è un Consiglio Ue: tutti, in primis i fornitori italiani, guardano se il governo Merz metterà il suo peso per far «vivere» i motori a scoppio. Un po’ di tempo c’è, ma non si può dire che il cancelliere abbia la soluzione in tasca.