la Repubblica, 9 ottobre 2025
Panetta: “Il credito cooperativo deve evolversi, modello a rischio”
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, elogia il modello bancario cooperativo, «che tramite la vicinanza e la fiducia reciproca da sempre promuove l’inclusione e una crescita equilibrata». Ma al contempo lo chiama a evolvere ed espandersi, per stare al passo con sfide e mode creditizie: «Le sue dimensioni ridotte ostacolano le economie di scala, la concentrazione locale riduce la diversificazione e i legami con la comunità possono offuscare la gestione del rischio».
Premessa aurea: il governatore parlava a un evento del Giubileo, organizzato da Bankitalia e Università Cattolica, con ospiti cooperativi di Ecuador, Togo e della lobby Ue. E nel discorso, in inglese, non ha citato le 216 Bcc italiane, né le loro tre holding, leader ormai monopoliste della nicchia nel Paese. Quindi le orecchie non sono fischiate ai vertici delle Bcc. Il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, ha detto: «Accogliamo con favore le sottolineature sulla validità di credito e finanza cooperativa, dove si ribadisce come la solidarietà economica sia il fondamento di comunità resilienti, motore di economie sostenibili e collante del nostro fragile mondo. E che, lungi dall’essere meno efficienti delle banche commerciali, molte cooperative le eguagliano per redditività e qualità di credito, riducendo al contempo le disuguaglianze».
Sono i dati, più che le parole, a dire che la riforma del settore in Italia, fatta dal governo Renzi nel 2016 dopo lunghi affinamenti con la vigilanza e i vigilati, ha funzionato. Le Bcc italiane mantengono – in un quadro di sportelli bancari in forte calo specie al Sud e nelle aree periferiche – la rete più capillare, con 4.095 sportelli di cui un terzo nelle aree interne, come nei 791 comuni dov’è rimasta solo una Bcc. La nicchia, poi, ha maggiore solidità patrimoniale, misurata da un indice Cet1 medio al 26,6% contro il 17,75% della media banche italiane: lo si è visto negli stress test europei di agosto, in cui i due gruppi Iccrea e Ccb si sono piazzati ai primi posti in Europa sullo scenario avverso al 2027.
Ultimo ma non ultimo il primato di raccolta e credito erogato: nel primo semestre 2025 le Bcc aumentano la raccolta diretta del 2,5% (+0,3% il sistema banche Italia), con un +3,1% di impieghi creditizi rispetto al +0,6% del settore. «L’esperienza italiana conferma che il modello mutualistico è capace di rendere un servizio alle comunità, al Paese e alla democrazia sostanziale – dice Sergio Gatti, dg di Federcasse -. Il 22% dei crediti alle imprese italiane fino a 20 addetti è erogato dalle Bcc, che negli ultimi cinque anni hanno alzato del 25% i prestiti alle famiglie, contro il 9% medio del settore. La proprietà diffusa tra 1,5 milioni di soci e la governance democratica vedono il protagonismo concreto e incisivo delle comunità nel gestire i propri risparmi».
Panetta, che ha parlato di «solidarietà come necessità» per il settore, ha però ammonito che «nelle economie avanzate il calo della quota di Pmi sta riducendo la domanda di credito basato su relazioni tradizionali», e che «l’espansione dei prestiti, che in passato ha sostenuto la crescita delle banche cooperative, è diventata più difficile e rischiosa». Perciò ha esortato il settore ad «adattare le proprie strategie, facendo leva su innovazione e su partnership». Un altro risiko in vista?