Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 08 Mercoledì calendario

La corte di Fra’ Jet: voli, stipendi milionari e tesori andati in rovina

Primi a portare aiuti a Gaza. A Betlemme tengono in piedi l’unico ospedale per i palestinesi. In Italia gestiscono ambulatori, docce, cure e pasti caldi per i senzatetto. I volontari passano notti accanto ai malati negli ospedali, barellieri a Lourdes e Loreto. È il volto nobile del Sovrano Ordine di Malta, ordine religioso laicale con 80 mila volontari che dovrebbe riempire d’orgoglio il nuovo Papa.
Dovrebbe.
Perché l’altra faccia è una corte principesca che dilapida il patrimonio destinato ai poveri tra jet privati e lussi contro quanto voluto da Papa Francesco. I “professi” difendono i loro privilegi dietro immunità diplomatiche e fiscali garantite da uno Stato sovrano che solo in Italia possiede 919 immobili per 118 milioni di euro, compresi 5 mila ettari agricoli in rovina. Un copione odioso già visto con i Legionari di Cristo, i conti offshore dei frati francescani e i palazzi londinesi del Vaticano. Leone XIV per la prima volta dovrà occuparsi anche di loro.

Il Gran Maestro è Fra’ John Dunlap, avvocato canadese ribattezzato “Fra’ Jet” perché in barba al voto di povertà viaggia sempre in business, con maggiordomo e segretaria al seguito, alla quale ha perfino triplicato lo stipendio da 30 a 100 mila euro. Nel 2024 ha speso quasi 200 mila euro fra voli, hotel, ristoranti e taxi. Alcuni rimborsi hanno natura quantomeno equivoca. Undici tratte Roma-New York, dove vive e ha lo studio legale, sono costate 56 mila euro di biglietti, più 12 mila di taxi, pasti e alberghi. Tre settimane in Australia sono costate 80 mila di viaggio, più 15 mila di soggiorno. Un volo con aereo privato per l’Ungheria è costato 18 mila euro quando il biglietto in economy costa 170 euro. Quanti poveri si potevano curare con un solo decollo?

Il solo personale del Gran Maestro costa 1,7 milioni l’anno. Il ministro delle Finanze è Fra’ Francis Vassallo, ex banchiere maltese esperto di trust offshore: un profilo perfetto per chi predica la povertà, se aiuta i ricchi a eludere il fisco nei Paesi dove l’Ordine predica povertà e fornisce assistenza. L’avvocato di Stato, ultraottantenne, costa 400 mila euro di stipendio l’anno, ma non esercita perché non più iscritto all’albo.
Nel 2017 Francesco aveva commissariato l’Ordine travolto dalla “gestione tedesca” che lo usava come un bancomat personale. Nel 2022 vara la sua riforma che impone voto di povertà e vita comunitaria, controllo dei beni e trasparenza. Ma via via che la salute del Papa declinava, il controllo vaticano si allentava. E una nuova cupola angloamericana prendeva il comando con gli stessi vizi di prima.
Il Papa incarica Fabrizio Colonna, custode del Comun Tesoro, di tradurre in fatti la sua riforma. Il suo “Piano Strategico 2023-2029”, aggiornato nel 2024, punta a risanamento, trasparenza e opere caritative. La ricognizione è impietosa: 31% degli immobili con contratti scaduti, 25% sfitto, 5 mila ettari agricoli in perdita. Il piano prevedeva austerità vera: voli in economy sotto le quattro ore, stop a carte di credito e cellulari personali, taglio ai costi di rappresentanza. Aveva individuato un ex convento a San Martino ai Monti per riportare i frati a vivere tutti insieme e sotto voto di povertà. Tutto bloccato dai “principi” di via Condotti. E a giugno 2025 Colonna salta insieme al direttore finanziario Francesco Biondelli e al Gran Ospedaliere Fra’ Alessandro de Franciscis. Gli epurati non parlano, ma i numeri restano: il solo funzionamento del Gran Magistero, con tutti i vertici, costa oltre 10 milioni l’anno. Le indennità sfiorano il milione, le spese di viaggio superano i 550 mila euro, i cerimoniali quasi altrettanto.
Dei 919 immobili di proprietà solo il 44% produce reddito. Il resto è fermo o affittato a prezzi di favore. A Cortina, un appartamento di pregio con quattro camere e garage rendeva 12 mila euro l’anno, un terzo del valore reale. Nel Palazzo Magistrale di via Condotti cinque contratti commerciali per negozi di super-lusso generano quasi metà dei ricavi, ma con canoni sotto mercato: uno è risultato inferiore di 2,4 milioni l’anno. Intanto, sull’altro lato di via delle Carrozze, i volontari a fatica tengono in piedi la “Sacra Infermeria”.

Dal 2009 l’Ordine ha venduto 44 beni per 16 milioni, reinvestendone appena 1,3: 14,7 milioni sono svaniti. Ville come Pagana a Rapallo o Rocca Bernarda in Friuli cadono a pezzi.

Le Terre dei Cavalieri sono una delle più grandi aziende agricole d’Italia con 5 mila ettari di terreno: vigne, oliveti, bestiame. Eppure producono appena 800 mila euro l’anno di utili. La gestione è affidata alla S.Agri.V.It., società interna che controlla 3.500 ettari e paga all’Ordine solo 200 mila euro annui: è in perdita e a rischio fallimento. Giorgio Amodeo, prima direttore finanziario e poi direttore generale dell’Ordine, dal 2018 ha iniziato a dismettere il patrimonio, affittando 1.050 ettari a sette aziende esterne per 400 mila euro l’anno, circa la metà del valore di mercato, con contratti che concedono prelazione e indennità d’esproprio.
Un fallimento morale. Oggi il patrimonio dell’Ordine è fermo, svalutato e improduttivo. I progetti sociali pure, i conti in rosso, i ricavi incapaci di coprire perfino le spese di rappresentanza. L’Ordine dei poveri si è trasformato in una holding ecclesiastica al servizio dei suoi notabili.
Leone XIV eredita dunque una macchina spirituale e diplomatica screditata, dove chi predica povertà vive da principe. La domanda è semplice: permetterà a “Fra’ Jet” e alla sua corte di continuare a dissipare un patrimonio nato per servire poveri e malati, o userà il pugno di Papa Francesco per riportarlo alla missione originaria – Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum?