Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 08 Mercoledì calendario

Ponte di Messina, le opere connesse di Rfi senza valutazione ambientale

Gli uffici comunali non hanno risposto, il piano regolatorio non è online, dunque è stata fatta “un’indagine speditiva”, con “beneficio di approssimazione”. È l’incredibile annotazione dei tecnici di Rfi – la società dei binari delle Ferrovie dello Stato – nello studio di impatto ambientale per il progetto di collegamento ferroviario al Ponte sullo Stretto. Sono le opere che partiranno subito, prima del ponte, quelle che potrebbero iniziare a prescindere dalle sorti del progetto principale. Solo una settimana fa la Corte dei Conti ha rinviato al governo la delibera del Cipess chiedendo chiarimenti su costi e procedure ambientali. Palazzo Chigi ha ora 20 giorni di tempo per integrare.
Nell’attesa l’iter è bloccato. E non pare andare meglio per i progetti connessi. I collegamenti ferroviari saranno due da Messina verso Siracusa e l’altro da Messina verso Palermo. Eppure Rfi ha presentato un progetto al ministero dell’Ambiente solo per la parte che andrà verso Siracusa, per il valore di 200 milioni circa, spezzettando tutto in due distinti progetti, così non ci sarà bisogno di richiedere il parere Vas, la Valutazione ambientale strategica. Il progetto è stato presentato spezzettato proprio per aggirare questo parere? È quel che sostengono, nelle osservazioni al ministero, sia il Pd che il Comune di Messina.
È solo una tra tante criticità indicate nelle osservazioni. Nel progetto di Rfi, per esempio, c’è un richiamo al parere Via che risale al 2003: in nome di questo dalle Ferrovie presentano un progetto preliminare. La norma attuale richiede, però, un progetto di fattibilità. Basterebbe questo particolare a inficiare tutto l’iter, sostengono sia Pd che Comune di Messina.
Ma perché Rfi procede? In realtà si può presentare un progetto preliminare se sia stata già avviata la procedura Via. Lo studio di impatto ambientale era già stato pubblicato il 30 maggio 2003, dunque la procedura era avviata. Peccato però che “nel 2003 sempre Rfi-Italferr – osserva il Pd – fece richiesta di Via sul progetto preliminare ma la procedura è stata archiviata e il parere non è stato emesso”.
Non si poteva, dunque, presentare un progetto spezzettato solo per Siracusa, senza includere il collegamento verso Palermo, e non si poteva presentare un progetto preliminare. La procedura non è dunque legittima, stando alle osservazioni di Comune e Dem. Ma non basta, l’elenco delle criticità è ancora lungo: “Manca il calcolo sommario delle spese e la perizia delle spese degli espropri”, sottolinea Franco Piro (Pd).
Gli espropri, appunto, nota dolente specie per gli undici edifici di Contesse (frazione di Messina) che saranno sottratti agli abitanti per il progetto di collegamento ferroviario al ponte e che potrebbero partire subito, anche se poi il ponte non si facesse. I cittadini lo hanno scoperto due mesi fa: “Quello che Messina sconta è non aver concertato i piani relativi alla progettazione. Abbiamo chiesto e chiederemo a gran voce di venire ascoltati sia per le opere a terra (Rfi) che per il ponte e opere connesse”, sottolinea il sindaco di Messina, Federico Basile. Dal Pd parlano di “violenza sul territorio” e di una città che verrà “spaccata in due. Anche il Comune concorda: “Il progetto contempla una profonda rivisitazione pianificatoria del territorio, della quale non si tiene conto, né in termini di Vas, né in termini di riorganizzazione dei vari ambiti settoriali”.
Non è stato d’altronde neanche possibile consultare il Prg, stando a quanto scritto dai tecnici di Rfi: “Forse non ha risposto nessuno nel 2003, perché a noi non risultano richieste. Il piano regolatore di Messina è d’altronde completamente bloccato proprio in vista del ponte, una pianificazione urbanistica della città in questo modo non è possibile”, continua Basile. Ma c’è un’altra nota dolente per Rfi: nelle osservazioni del Comune si esclude, infatti, la possibilità che la città possa fornire acqua per i lavori, alla voce “Fornitura idrica per le fasi di realizzazione delle opere”. Il Comune fa notare: “L’argomento non viene trattato e non potrà considerare l’utilizzo di risorse idriche”. Non c’è acqua per i lavori, in sostanza. Che sarà mai.