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 2025  ottobre 08 Mercoledì calendario

Prima i proiettili, poi i negoziati: Al Sharaa ottiene dai curdi modifiche alla Costituzione

Un bagliore di guerra civile ha illuminato di nuovo il cielo della città siriana di Aleppo, nella zona dove sorgono i quartieri curdi. La Siria lunedì è stata sul punto di precipitare ancora una volta nell’abisso del conflitto che l’ha attanagliata per oltre un decennio durante la dittatura di Bashar al-Assad, defenestrato nel dicembre scorso dall’ex qaedista Ahmed al-Shaara che ora ne è il presidente ad interim. Del resto, l’ex estremista islamico ha mostrato recentemente di essere un democratico di facciata facendo svolgere le elezioni legislative indirette, in modo tutt’altro che libero. Ora ripulito grazie al suo mentore e finanziatore – il presidente autocrate turco Recep Tayyip Erdogan – Al-Shaara avrebbe ordinato ai suoi soldati di sedare con la violenza le proteste dei cittadini siriani di etnia curda che popolano la seconda città più influente del Paese. In realtà, il nuovo esercito siriano nazionale è affiancato da forze estremiste sunnite, che agiscono in modo indipendente.
Lunedì, le forze affiliate allo Stato siriano hanno attaccato i quartieri curdi di Sheikh Maqsood e Ashrafieh nella città di Aleppo dopo le proteste degli abitanti per la chiusura dei valichi di ingressi. Dopo ore di scontri feroci, entrambe le parti hanno raggiunto un cessate il fuoco, in teoria immediato e definitivo. Ieri una delegazione di alto livello della regione autonoma della Siria nord orientale (Rojava, a maggioranza curda ) guidata dal capo delle Forze Democratiche Siriane (Sdf, a guida curda) Mazloum Abdi, è arrivata a Damasco proprio per incontrare il presidente al-Shaara. All’incontro hanno partecipato anche alti funzionari americani come l’inviato per la Siria Tom Barrack e l’ammiraglio Brad Cooper, comandante del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom). La delegazione del Rojava includeva anche esponenti dell’Amministrazione Autonoma della Nord est della Siria (Daanes), e dell’Unità di Protezione delle donne (Ypj). I colloqui si sono concentrati sull’accelerazione dell’attuazione dell’accordo di integrazione delle milizie curde tra Rojava e Damasco siglato lo scorso 10 marzo e sulla modifica di 4 punti della Costituzione di cui non sono stati rivelati i dettagli. Amin Aliko, membro del Consiglio generale del Partito dell’Unione Democratica (Pyd), il partito al governo in Rojava, ha dichiarato lunedì che la situazione a Sheikh Maqsood e Ashrafiyeh era “molto grave”, avvertendo che “la vita di quasi 450.000 residenti è a rischio”.