il Fatto Quotidiano, 8 ottobre 2025
Messaggi nei telefonini, sul sequestro è guerra tra FI e FdI per i reati dei mafia
Durissimo scontro alla Camera tra FI e FdI sul ddl Zanettin sugli smartphone che impone il via libera del gip sul sequestro del contenuto, con tanto di contraddittorio con gli avvocati. I berlusconiani vogliono il sì definitivo alla Camera il 27 ottobre. Niente emendamenti dunque. Semmai se ne potranno fare in un decreto successivo. I meloniani all’opposto chiedono di tener fuori dalla stretta i reati di mafia. Con l’ok del Senato, il ddl è in lista d’attesa a Montecitorio dal 10 aprile, dopo l’ok del Senato. Ma alla Camera, il 27 maggio, a bloccarne il cammino è stato l’allarme del procuratore Antimafia e Antiterrorismo Gianni Melillo “sul pericoloso arretramento dell’azione di contrasto della criminalità mafiosa”. Se n’è impadronita la presidente dell’Antimafia Chiara Colosimo che ha presentato alcuni emendamenti. Ma Forza Italia, dopo tre mesi di silenzio, ora non ci sta. E lo ha confermato ieri in una riunione “tesissima”, fino alle grida, tra i due contendenti, da una parte i forzisti Sisto, Costa, Pittalis, Bellomo, dall’altra i meloniani Delmastro, Colosimo, Maschio.
Sul piatto, due emendamenti su cui la presidente dell’Antimafia Chiara Colosimo punta i piedi: escludere i reati di mafia, per i quali prima il pm sequestra e poi chiede la convalida, come nei casi di urgenza. E se le chat riguardano un reato diverso da quello per cui procede, va comunque “salvato” in caso di mafia o terrorismo, come avviene per l’arresto in flagranza. I forzisti non dicono no sul principio, ma s’impuntano sui tempi. Pretendono subito il definitivo via libera senza modifiche alla Camera. Gli emendamenti potranno poi essere recepiti “in un successivo decreto legge”. Ma qui FdI dice “no”. La riunione si chiude, ma esplode la collera del team berlusconiano a FdI perché “questa preoccupazione non sia emersa al Senato dove il relatore era Sergio Rastrelli”, un loro avvocato di punta. E vuole sapere anche perché di queste modifiche “non si siano fatti carico i magistrati fuori ruolo di Via Arenula”, tra cui il capo dell’ufficio legislativo Antonello Mura, toga di Magistratura indipendente, nonché il Guardasigilli Carlo Nordio (sua la battuta “nello smartphone c’è una vita”). Ma soprattutto come mai stavolta “non si rispettano le richieste dell’Europa che con la Corte di giustizia chiede di mettere in primo piano la presunzione d’innocenza”. La querelle è aperta.