Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  ottobre 08 Mercoledì calendario

Londra, una città senza bambini: così costi alti e natalità in calo svuotano la capitale

Londra diventerà presto una “childless city”, ovvero una città senza bambini? Il rischio è elevato, anzi, è più che concreto. Negli ultimi anni, la combinazione di fattori come costi della vita alle stelle, inflazione, e crollo della natalità, oltre alla incessante costruzione di mini-appartamenti per pendolari e professionisti al posto di case più ampie, ha fatto sì che molte famiglie con figli abbiano deciso di abbandonare la capitale britannica (circa 10 milioni di abitanti). Non solo: ciò ovviamente ha un impatto anche sulle scuole locali, che stanno chiudendo sempre più frequentemente, soprattutto nel centro di Londra.
I dati dell’Education Policy Institute (Epi) mostrano un netto calo degli alunni delle scuole primarie in tutta l’Inghilterra, con nove delle dieci aree più colpite situate a Londra. Dal 2019, l’Inghilterra ha perso 150.000 bambini in età da scuola primaria, e le proiezioni indicano un calo di 400.000 alunni entro il 2030. Dave Woods, vicepresidente dell’Associazione Nazionale dei Presidi e preside a sua volta di una scuola a West London, ha dichiarato al Times: “Ci sono costi abitativi e di trasporto elevati, e anche i costi della vita in generale... I salari a Londra spesso non bastano, a meno che entrambi i genitori non lavorino per molte ore per stare al passo con i costi della capitale”, ma dovendo così ricorrere a ulteriori spese come babysitter o tate.
Nella zona in cui si trova la scuola di Woods, a Southall (periferia ovest di Londra), le riqualificazioni stanno sostituendo le case familiari con appartamenti più piccoli. “C’è una stazione vicina che è stata rinnovata per la nuova metropolitana Elizabeth Line. Ora sembra una mini Canary Wharf (la seconda città finanziaria di Londra, alla periferia est, ndr) piena di appartamenti per pendolari. I costruttori li vendono rapidamente e investono nelle proprietà più grandi solo in un secondo momento”. I quartieri in centro a Londra come Southwark, Westminster e Camden hanno registrato i cali più marcati nel numero di alunni, ma secondo Woods nemmeno le aree più periferiche come Ealing sono immuni.
Sebbene i tassi di natalità in genere fluttuino, “l’attuale tendenza è una spirale discendente continua iniziata prima della pandemia e della Brexit, ma che da allora si è accelerata”, ha continuato Woods parlando al quotidiano inglese, “molte famiglie di migranti – soprattutto dell’Europa dell’Est – sono partite durante la pandemia e non sono mai tornate, anche perché le restrizioni ai viaggi e la Brexit hanno fatto sentire le persone non più benvenute nel Regno Unito”.
Le conseguenze per le scuole sono significative, perché in Inghilterra i finanziamenti statali sono legati al numero di alunni, e anche cali minimi possono costare decine di migliaia di sterline. Negli ultimi cinque anni, un quartiere come Westminster ha chiuso tre scuole, Southwark sei, Hackney e Islington quattro ciascuno. “Cosa succede quando perdi le scuole locali, che sono una risorsa per la comunità?”, conclude Woods.