repubblica.it, 8 ottobre 2025
Giorgetti a Orsini: “Ministro da copertina? Molti no ma dai conti in ordine un vantaggio per tutti”
"I ministri, soprattutto quelli dell’Economia, sopportano l’onere politico di dire molti ‘no’, un peso ben maggiore del prestigio effimero di una copertina internazionale”. Non lo cita mai, ma quando Giancarlo Giorgetti rivendica i conti pubblici in ordine ecco che il riferimento alle critiche del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, prende forma.
Dal palco dell’assemblea di Assonime, il titolare del Tesoro cita la “copertina” che il presidente degli industriali ha tirato in ballo sabato per contestare la linea dell’esecutivo sulle finanze pubbliche. “Scendere sotto il 3% di deficit va bene, ma a noi non serve un ministro della copertina più bella d’Europa”, aveva detto Orsini. Il riferimento è al riconoscimento che la rivista “The Banker” ha riconosciuto a gennaio a Giorgetti, definendolo “il ministro delle Finanze dell’anno”.
La risposta indiretta a Orsini diventa per il titolare del Tesoro anche l’occasione per lanciare un messaggio preventivo alla maggioranza in vista del vertice sulla manovra che si terrà nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Parola d’ordine: prudenza. Per questo aggiunge che la legge di bilancio in cantiere “continuerà” il percorso di consolidamento dei conti pubblici che – sottolinea – sul versante della spesa e del deficit sono una “manifestazione della capacità dell’economia italiana di adattamento quando è posta sotto pressione”.
E per le stesse ragioni, il ministro quantifica il vantaggio di avere i conti in ordine, a partire dal rapporto deficit/Pil che – dice – scenderà stabilmente sotto il livello del 3% dal 2026, forse anche dal 2025, vedremo”. Il valore aggiunto passa dai risparmi per lo spread in calo: “La mole di interessi passivi – la voce più odiosa del bilancio pubblico – che abbiamo risparmiato, portando lo spread da 250 a 80 punti base, è un risparmio secco in termini di debiti che non lasceremo sulle spalle delle prossime generazioni e neanche delle imprese di domani”. Ecco il vantaggio in numeri: “Una diminuzione del tasso d’interesse di 100 punti base determina un risparmio di circa mezzo punto percentuale della spesa per interessi nel triennio, ovvero 10 miliardi e mezzo, fate voi i conti”.
Ancora un messaggio alla maggioranza, oltre che ai sindacati. “Mi piacerebbe – dice Giorgetti – che i risultati conseguiti in materia di finanza pubblica fossero sentiti come propri da tutte le forze politiche e sociali: stabilità finanziaria significa mettere a riparo il risparmio degli italiani dalla possibilità di attacchi speculativi, significa risparmiare risorse che potranno essere destinate a finalità di sviluppo, significa consentire alle imprese di finanziarsi senza pagare un differenziale rispetto ai concorrenti”.