repubblica.it, 8 ottobre 2025
OpenAI e il trucco dei finanziamenti dei fornitori. Il rischio ora è di tutti
Una ragnatela di interessi, una rete dove i venditori diventano i finanziatori dei clienti, concedendo loro perfino di comprare azioni a prezzi irrisori.
Si tratta di una serie di accordi miliardari che stanno concentrando lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale nelle mani di pochi grandi gruppi statunitensi con al centro OpenAI di Sam Altman.
Come un matrimonio. Gli ultimi tre accordi hanno fatto molto rumore, anche per via dei miliardi annunciati, e hanno visto la società che sta sviluppando ChatGpt stringere alleanze e intrecci con Amd, Nvidia e Oracle. Vincoli che legano gli uni agli altri sia nella buona che nella cattiva sorte.
L’affare con Amd. L’accordo prevede che OpenAI sviluppi 6GW di capacità per IA comprando chip da Amd per una potenza complessiva equivalente.
Detto in dollari. Cosa voglia dire in termini di soldi, lo dicono le stime interne di OpenAI stessa. Per aver 1GW di capacità servono investimenti per 50 miliardi di dollari di cui circa due terzi per l’acquisto di chip e infrastrutture di supporto. Complessivamente dunque l’accordo ha un valore che si aggira intorno ai 300 miliardi di dollari.
Cosa ci guadagna Amd. Nella conference call con gli analisti in cui è stata spiegata l’operazione, Amd ha detto di aspettarsi più di 100 miliardi di dollari di ricavi aggiuntivi nei prossimi anni, ben il quadruplo del giro d’affari registrato complessivamente dal gruppo nel 2024.
E molto di più dell’attuale business dei data center che lo scorso anno ha archiviato un fatturato di 12,6 miliardi e per il 2025 è atteso in crescita a 16 miliardi di dollari.
Quanto ci mette Amd. L’operazione però non è a costo zero per Amd perché ha promesso in dote a OpenAI il 10% del proprio capitale, che ai valori di Borsa equivale a 33 miliardi di dollari.
Lo sconto da capogiro. La società di Sam Altman lo potrà sottoscrivere a 1 centesimo per azione, quando oggi il titolo quota a 180 dollari. Dovrà però seguire un ruolino di marcia dettato dall’avanzamento del progetto (da 1 a 6GW) e dalla crescita del titolo in Borsa il cui target ultimo è di 600 dollari per azione.
Tanto per poco. Se Amd raggiungesse quel valore, OpenAI si troverebbe in portafoglio una partecipazione da 96 miliardi di dollari pagata solo 1,6 milioni di dollari, che potrebbe per esempio usare come garanzia per ottenere altrettanti finanziamenti.
Un affare per tutti che il mercato ha già stimato nei prezzi facendo volare il titolo Amd in Borsa del 24% in una sola seduta.
L’affare con Nvidia. L’accordo con Nvidia è arrivato prima di quello con Amd nella penultima settimana di settembre e forse, essendo l’una concorrente dell’altra, il primo ha incoraggiato il secondo.
Mr cash. Invece di corrispondere azioni, Nvidia investirà denaro sonante in OpenAI, 100 miliardi di dollari sotto forma di capitale per costruire sempre data center e capacità energetica.
Si punta più in alto. In questo caso, l’obiettivo di Altman è più ambizioso, perché punta a realizzare una capacità di 10GW comprando ovviamente i chip forniti da Nvidia.
Cosa ci guadagna Nvidia. Le stime sono che l’operazione possa generare per Nvidia un fatturato aggiuntivo che va dai 300 ai 500 miliardi, a fronte di ricavi del gruppo che nel 2024 si sono attestati a 60,9 miliardi di cui 47,6 per il solo business dei data center.
C’è pure CoreWeave. Non è però l’unico accordo che lega Nvidia a ChatGpt. Il colosso dei chip possiede anche una partecipazione in CoreWeave, una società che conta OpenAI tra i suoi azionisti e con la quale OpenAI ha un accordo da altri 22,4 miliardi di dollari per la fornitura della sua piattaforma cloud che offre soluzioni per il calcolo accelerato.
L’affare con Oracle. L’accordo con Oracle era stato annunciato addirittura a gennaio alla Casa Bianca, nei giorni dell’insediamento del presidente Donald Trump, e si è perfezionato nei mesi a seguire.
Gli importi. Prevede che l’azienda di Larry Ellison insieme con OpenAI e Softbank investa fino a 500 miliardi di dollari in infrastrutture Usa per IA per arrivare a una capacità di altri 10GW.
Il contributo a Nvidia. Anche Oracle spenderà miliardi di dollari per acquistare i chip ad alte prestazioni di Nvidia per alimentare i nuovi giganteschi data center di OpenAI.
Il progetto si chiama Stargate ed il primo centro è nato in Texas con una potenza di 1,2GW che dovrebbe essere completata entro il prossimo anno.
I vantaggi per OpenAI… Questo grande afflusso di liquidità su OpenAI da una parte dovrebbe portare tranquillità tra i finanziatori della più grande start up al mondo che ad oggi è valutata ben 500 miliardi di dollari.
… e per gli altri. Dall’altra dovrebbe garantire un flusso di commesse prodigiose ai fornitori scesi in campo con la loro potenza e capacità finanziaria per creare un sistema che assicuri loro sviluppo e lavoro.
Eppure, la paura di una bolla è dietro l’angolo.
Il conti in rosso di OpenAI. Le ultime notizie relative al bilancio di OpenAI parlano di un fatturato annuale di 12 miliardi di dollari e di una base clienti di 700milioni utenti attivi alla settimana.
Brucia cassa. Il business, tuttavia, brucia 8 miliardi di liquidità l’anno, un numero che dovrebbe crescere visti gli ingenti investimenti programmati nei data center.
Le parole di Sam. Sam Altman, come ogni startupper di rango che si rispetti, ha dichiarato nel suo ultimo intervento pubblico che diventare redditizi “non è tra le mie prime dieci preoccupazioni”.
I piedi per terra. Ma ha dovuto riconoscere che prima o poi lo dovrà essere. Un obiettivo che hanno tutte le aziende che hanno investito in lui.
Il meccanismo degli investimenti incrociati è geniale perché permette a Open AI di integrare i fondi dei venture capital (circa 50 miliardi) con quelli dei fornitori.
Uno per tutti. Queste operazioni però legano il futuro di OpenAI e il suo successo a quello di altri colossi come Nvidia, Amd e Oracle, per cui qualora Altman vincesse – e tutti contribuiscono perché ciò avvenga – sarà una vittoria di tutti.
Ma se dovesse perdere e contemporaneamente scoppiare la bolla dell’IA, sarebbe un fallimento tanto devastante perché riguarda tutta la filiera.