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 2025  ottobre 08 Mercoledì calendario

Autostrade, piano da 30 miliardi. Braccio di ferro sui pedaggi

Dopo molti mesi di gestazione e un nuovo vertice alla guida della società, composto dal presidente Antonino Turicchi e dall’ad Arrigo Giana, un’ipotesi di nuovo Pef (Piano economico e finanziario) approda sul tavolo del cda di Aspi (Autostrade per l’Italia). Ma non sarà facile arrivare a una quadra visti i vari interessi in gioco degli azionisti (Cdp, Blackstone, Macquarie), della politica, degli utenti autostradali e anche del Paese.
La proposta che verrà esaminata oggi prevede 30 miliardi di investimenti (scesi dai 36 presentati dall’ex ad Roberto Tomasi nell’estate 2024) che includono anche i lavori delle due grandi opere non ancora realizzate: il Passante di Bologna e la Gronda di Genova. Questa seconda, però, limitatamente alla parte di Levante, la meno costosa.
In secondo luogo è interesse di Aspi chiedere alla Ue un prolungamento di 6-8 anni della concessione, che scade nel 2038. Con queste due variabili in gioco fissate bisogna incastrare il terzo e più delicato tassello, l’aumento delle tariffe autostradali necessario a far quadrare i conti. E qui si stanno confrontando le diverse anime degli stakeholders.
Per scendere sotto il più 4% di incremento annuo dei pedaggi è necessario inserire un “valore di subentro” al termine della concessione. In questo modo si possono distribuire meno dividendi che verranno recuperati più in là nel tempo quando qualcuno subentrerà agli attuali gestori. Ma questo valore deve essere garantito da qualcuno (lo Stato?) e deve essere remunerato a un certo tasso (l’Art, l’autorità dei trasporti, dovrebbe esprimersi entro fine mese). I fondi Blackstone e Macquarie finora hanno insistito per un aumento del 4% annuale dei pedaggi ma sembrano disposti a scendere fino a un 2,5%, introducendo un valore di subentro. La Cdp vorrebbe scendere ancora di più, fino all’1,8-1,9% all’anno ma il valore di subentro diventerebbe maggiore. Nel 2017 quando fu approvato il progetto della Gronda, la Ue era pronta a concedere 4 anni di proroga della concessione e un valore di subentro pari a 1,6 volte l’Ebitda del periodo. Ora si rischia di andare ben oltre. Ma per avanzare richieste alla Ue occorre essere compatti a livello politico, situazione non ancora raggiunta visto che a Palazzo Chigi non sembrano ancora convinti della validità di questo schema di Pef.