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 2025  ottobre 08 Mercoledì calendario

Quella telefonata presa per uno scherzo che avrebbe salvato (forse) l’esecutivo

La drammatica crisi francese offre anche un momento quasi comico, raccontato da uno dei protagonisti centrali, Bruno Le Maire: se domenica sera un centralinista non lo avesse scambiato per l’autore di uno scherzo telefonico, forse la Francia ora avrebbe un governo.
L’esecutivo Lecornu è durato solo 13 ore e il Paese si trova nel pantano per cause lontane e profonde, certamente. Ma in superficie agiscono anche piccoli eventi, malintesi e dispetti, e il pretesto per fare deragliare un’intesa che sembrava trovata è stata la presenza di Bruno Le Maire, inviso ai Républicains, nella lista dei ministri annunciata in tv da Lecornu.
Quando domenica sera Le Maire ha capito che la sua nomina a ministro della Difesa aveva irritato l’uomo forte dei Républicains e del governo, Bruno Retailleau, e che la squadra appena varata rischiava già di sciogliersi, Le Maire ha cercato di parlare a Retailleau.
Nonostante tutto il teatro di Retailleau contro la nomina di Le Maire «ex ministro delle Finanze responsabile del buco in bilancio e traditore del partito passato con i macronisti», Le Maire ha con lui «eccellenti relazioni da anni». Quindi prende il telefonino e lo chiama. «Lo chiamo una volta, e non risponde. Lo chiamo una seconda volta, e continua a non rispondere. Gli mando un sms, nessun cenno», racconta Le Maire in una lunare intervista video a Brut.
«Allora, a mali estremi, estremi rimedi. Cerco il numero del ministero dell’Interno e chiamo il centralino, come qualsiasi cittadino. All’altro capo trovo un simpatico ragazzo che doveva essere il funzionario del turno notturno. Dico “buonasera, sono Bruno le Maire, vorrei parlare con il ministro dell’Interno”. E lui mi risponde: “Senta signore, io non so chi lei sia. Sono le 22 di domenica, e non è il momento di fare scherzi”. E butta giù». Che cosa sarebbe successo se il ragazzo del centralino avesse creduto a Le Maire e fosse riuscito a farlo parlare con Retailleau? Forse Le Maire avrebbe avuto modo di chiarire subito al collega bizzoso che era pronto a tirarsi indietro e a rinunciare alla poltrona di ministro, togliendogli così l’occasione per mandare all’aria tutto.
Invece Retailleau ha continuato a mostrarsi scandalizzato e passata la notte, lunedì mattina, Lecornu si è dimesso prima che venisse costretto a farlo. Le Maire poi ha ripetuto nel pomeriggio a Macron quello che avrebbe voluto dire a Retailleau domenica sera, ovvero di essere pronto a mettersi da parte. Ma era troppo tardi. Il centralinista non ha fermato la palla di neve che è diventata una valanga.