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 2025  ottobre 07 Martedì calendario

Il 2024 anno nero dei reati sui minori: 7.204 casi, le bambine le prime vittime

Non è solo un’impressione. Se negli ultimi tempi vi è sembrato di leggere sempre più notizie di reati a danno di minori è perché sono effettivamente aumentati del 4% in un anno, ma soprattutto del 35% su base decennale, raggiungendo nel 2024 la cifra record di 7.204 casi: una media di circa 19 al giorno. Una vittima ogni 75 minuti. E nonostante aumentino tipologie di reato legati a nuovi luoghi e possibilità creati dal digitale, è invece tristemente nei contesti tradizionali – proprio quelli in cui i bambini dovrebbero essere più al sicuro – che si è verificato il reato più frequente: il maltrattamento di minori in famiglia, con quasi 3mila casi registrati in un anno. Sono questi alcuni dei dati più agghiaccianti tra quelli elaborati dal Servizio analisi criminale della direzione centrale Polizia criminale, resi noti ieri dalla Fondazione Terre des Hommes in occasione della presentazione del Dossier INdifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”.
Reati a sfondo sessuale
In vista della Giornata internazionale delle bambine, in calendario l’11 ottobre, sono stati proprio i numeri sui reati contro le bimbe e le ragazze il focus principale. Spacchettando il dato si vede infatti che le più colpite si confermano le minori, che sono il 63% delle vittime. In particolare, è nei reati a sfondo sessuale che la sproporzione tra maschi e femmine si vede in maniera più evidente, con punte dell’88% di vittime femminili per il reato di violenza sessuale, dell’86% per la violenza sessuale aggravata e dell’85% per gli atti sessuali con minorenni. L’unico reato a sfondo sessuale che, quest’anno per la prima volta, presenta le stesse percentuali di vittime in entrambi i generi è quello di prostituzione minorile. Fortunatamente, come mostrano i dati del Servizio analisi criminale, questa fattispecie vede un calo sia a livello annuo (-7%) sia a livello decennale (-64%). In generale, tra i reati a sfondo sessuale è infatti la violenza quella che continua a registrare più casi: 912 solo in un anno, un numero che però per la prima volta resta stabile rispetto all’anno precedente. Le violenze sessuali aggravate invece vedono un aumento dell’1% sul 2023, ma che diventa del 75% se si confronta con il dato di dici anni fa. Gli atti sessuali con minorenne, infine, segnano un aumento del 15% su base annua.
Boom di reati online
Sempre connessi alla sfera sessuale, e tra i reati che aumentano in modo più significativo, ci sono quelli ascrivibili al digitale, con la pornografia minorile che in un anno è aumentata del 63% e la detenzione di materiale pedopornografico che segna un +36%. Anche in questa fattispecie la prevalenza di vittime è al femminile: all’86% nella detenzione di materiale pedopornografico e al 74% nella pornografia minorile.
Il pericolo in famiglia
Ma c’è un dato che pur crescendo in modo più contenuto in un anno (+5% ), resta il più alto di tutti, con un aumento del ben 101% (un raddoppio) su base decennale: è quello dei maltrattamenti in famiglia, che precisamente sono stati 2.975, anche qui con una prevalenza di vittime femminili (il 53%). Sono aumen-tati, del 2%, anche gli abbandoni di minori, arrivando a un numero assoluto di 577 casi.
Oltre a maltrattamenti e abbandoni, si contano altri due reati che possono essere riconducibili alla sfera famigliare: le violazioni degli obblighi di assistenza famigliare e l’abuso dei mezzi di correzione e disciplina, che seppur in leggera diminuzione rispetto al 2023, raggiungono rispettivamente 479 e 345 casi.
L’inedito balzo di omicidi
Inaspettatamente aumentano, dopo anni di continua diminuzione, gli omicidi di minori: 21 casi in un anno, con un’impennata del 75%, in un contesto che in generale ha avuto un calo di omicidi in Italia. «Nonostante numeri assoluti molto più bassi delle altre fattispecie di reati, è un dato che desta molta apprensione», viene sottolineato dai promotori, i quali spiegano che l’omicidio volontario è, inoltre, uno dei reati che ha una componente con netta prevalenza maschile, con il 76% dei casi che ha come vittime bambini e ragazzi. Per Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes, questi dati sembrano mostrare «una maggiore fragilità del tessuto sociale, un allentamento dei vincoli morali fino alla rottura di alcuni taboo sociali e un crescente ritorno di fiamma di quella cultura patriarcale che, lungi dall’essere mai definitivamente sconfitta in questo Paese, sembra piuttosto riappropriarsi pericolosamente di spazi di “legittimità sociale” che sono poi lo stesso luogo di coltura della violenza di genere e nei confronti dei minorenni». Una situazione che, come suggerisce il direttore, richiederebbe «azioni rapide, concertate e integrate, che agiscano in maniera organica sia sugli aspetti culturali che su quelli normativi di contrasto alla violenza e alla violenza di genere». A chiedercelo, conclude, sono soprattutto loro, «le vittime di questa ondata di violenza che rischia di diventare, sempre di più, un’epidemia».