la Repubblica, 7 ottobre 2025
Lagarde bacchetta l’Italia: “Un Paese blocca il Mes, spero nella ratifica"
La presidente della Bce Christine Lagarde, in audizione al Parlamento europeo, torna a bacchettare l’Italia – pur senza citarla – per essere l’unico Stato dell’eurozona a non aver ratificato la riforma del Mes, Meccanismo europeo di stabilità, il fondo nato per sostenere i Paesi in difficoltà (salva-Stati) e poi allargato anche al supporto degli istituto di credito. «Non ho una opinione rispetto al suo uso per la difesa, è stato concepito per altri scopi», ha risposto Lagarde a chi le chiedeva se il mandato del Mes potesse essere esteso pure alla strategica partita del riarmo. «La mia unica speranza è che venga ratificato da tutti i Paesi membri: c’è un Paese che non lo ha ancora fatto e che gli impedisce di svolgere la sua missione e la sua funzione, ovvero quella di sostegno nei confronti dei Paesi membri o persino delle istituzioni finanziarie».
La telenovela Mes
La ratifica della riforma del Mes, in precedenza concordata da tutti i governi, Italia compresa, è stata per mesi un tema di forte tensione all’interno della maggioranza di governo, con la Lega fortemente contraria, e tra lo stesso governo e le istituzioni europee. Dopo una lunga melina, nel dicembre del 2023 l’accordo è stato sottoposto al voto del Parlamento, che lo ha respinto. Un voto molto politico e molto poco di merito.
Da allora il mancato via libera italiano ha continuato a costituire un elemento di imbarazzo e difficoltà per il governo nei vertici europei, e in particolare per il ministro dell’Economia Giorgetti. Il Mes viene considerato un pilastro fondamentale dell’unione bancaria e dei mercati dei capitali, dossier in fase di discussione e da cui l’Italia avrebbe molto da guadagnare. L’uscita di Lagarde testimonia che la vicenda non è per nulla archiviata.
Cautela sugli asset russi
Ieri in audizione la presidente della Bce ha ribadito che, nonostante i dazi, la crescita europea tiene (+1,2% nel 2025 e +1% nel 2026) e che la disinflazione è completa, ma anche che per proteggersi dai nuovi futuri shock l’Unione deve attuare con urgenza le riforme suggerite da Draghi, «passando dalle parole ai fatti».
Sull’utilizzo degli asset russi congelati per finanziarie l’Ucraina Lagarde ha ricordato le ragioni di prudenza più volte espresse dai banchieri centrali, secondo i quali bisogna evitare di mettere a rischio la reputazione internazionale dell’eurozona: «Dovremmo vigilare attentamente per garantire che quanto proposto sia conforme al diritto internazionale e tenga conto della stabilità finanziaria». Se è vero che la maggior parte degli attivi russi si trova in Europa «i principi di utilizzo dei proventi, in qualunque forma, dovrebbero essere adottati da tutti coloro che li detengono».