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 2025  ottobre 07 Martedì calendario

"Così ho predetto l’11 settembre”. Ma Trump non ricorda neanche il nome del suo libro

Dopo i lividi sulle mani, le caviglie gonfie, il mistero del catetere nascosto sotto i pantaloni, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suscitato nuovi dubbi, stavolta sulle sue capacità cognitive. È successo dopo che il tycoon si è vantato di aver previsto la minaccia rappresentata da Osama bin Laden per gli Stati Uniti in un proprio libro pubblicato un anno prima dell’attacco dell’11 settembre 2001. Durante un intervento pubblico per la celebrazione del 250° anniversario della Marina, in Virginia, Trump ha ricordato l’operazione che portò alla morte del capo dell’organizzazione terroristica Al Qaeda. “La storia non dimenticherà mai che furono i Navy Seal a irrompere nel complesso di Osama bin Laden e a sparargli alla testa. Ricordatevelo”.
“E vi prego di ricordare – ha aggiunto – che ho scritto di Osama bin Laden esattamente un anno prima che facesse esplodere il World Trade Center. Dissi: ‘Bisogna stare attenti a Osama bin Laden’”. Negli anni passati Trump ha dichiarato più volte di aver previsto la minaccia rappresentata dal terrorista, citando il proprio libro, The America We Deserve. Il tycoon, dopo aver confessato di non ricordarsi il titolo, ha sostenuto di aver messo inutilmente in guardia dal terrorista. In realtà il libro, pubblicato nel gennaio del 2000, menziona bin Laden solo di passaggio. Trump non aveva chiesto la sua eliminazione né aveva messo in guardia dal fatto che sarebbe stato l’autore di un grande attacco.
Nel libro aveva scritto: “Stiamo giocando a scacchi contro molti rivali. Un giorno ci assicurano tutti che l’Iraq è sotto controllo, che gli ispettori dell’Onu hanno fatto il loro lavoro, tutto va bene, niente paura. Il giorno dopo iniziano i bombardamenti. Un giorno ci dicono che una figura oscura senza indirizzo fisso di nome Osama bin Laden è il nemico pubblico numero uno, e gli aerei da combattimento statunitensi devastano il suo campo in Afghanistan. Lui scappa sotto qualche roccia, e pochi cicli di notizie dopo si passa a un nuovo nemico e a una nuova crisi”.
Domenica il presidente ha enfatizzato il passaggio, dicendo: “Posso dirvi che c’è una pagina dedicata al fatto che avevo visto qualcuno di nome Osama bin Laden, e non mi piaceva, e bisognava occuparsene. Non l’hanno fatto. Un anno dopo, ha fatto esplodere il World Trade Center”. Trump ha aggiunto di averne parlato con l’attuale segretario alla Difesa Pete Hegseth, che all’epoca era uno studente di diciannove anni. È vero, però, che dopo l’attentato del ’93 al World Trade, Trump aveva detto di aspettarsi un attacco ancora più grosso, ma non aveva citato Bin Laden, che però era già un nome conosciuto al Pentagono. Già negli anni ’90 il capo di Al Qaeda era stato indicato dall’intelligence Usa come il terrorista numero uno e, nel 1999, come possibile organizzatore di un attacco agli Stati Uniti.
L’intervento di Trump ha suscitato ironia sui social, ma anche generato nuovi interrogativi sulle sue condizioni mentali. E non solo per il fatto che non ricordasse il titolo del libro da lui scritto. Qualcuno si è chiesto se l’ultimo Trump sia “più bugiardo o più in declino”. Un dubbio sintetizzato dall’account dello staff del governatore della California, Gavin Newsom, che su X ha commentato: “Ma Trump sa almeno che anno è?”.