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 2025  ottobre 06 Lunedì calendario

Sull’età pensionabile la Lega tiene il punto: “Congelata per tutti”

«Fermeremo l’aumento dei tre mesi per tutti: l’abbiamo promesso e lo faremo», scandisce Claudio Durigon a Repubblica parlando dei nuovi requisiti per la pensione che scattano dal primo gennaio 2027, aggiornati alla speranza di vita. Le coperture non tolgono il sonno al vicesegretario della Lega e sottosegretario al Lavoro: «Tre miliardi? Sì, ma non subito: nel 2027…». La quadra contabile si troverà, pare di capire. Ciò che conta è il punto politico. Per questo Durigon respinge, almeno per ora, ipotesi di blocchi “selettivi” solo per alcune età o categorie o l’introduzione di tetti e finestre che limiterebbero la portata dello stop. «Zero aumento per tutti», questo il messaggio, netto.
L’ipotesi del tetto a 64 anni
Eppure alcune ipotesi tecniche circolate ieri hanno fatto reagire l’opposizione. Una tra queste prevede di fermare i tre mesi solo per la pensione di vecchiaia: i 67 anni rimangono 67 e non diventano 67 anni e 3 mesi. Mentre il requisito per la pensione anticipata resta come oggi a 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) solo per chi ha almeno 64 anni nel 2027. Oggi l’anticipata non ha vincoli di età: si può uscire a prescindere dall’anagrafe, contano solo i contributi accumulati. Ebbene, secondo questa ipotesi, chi avrà meno di 64 anni nel 2027 per uscire dovrebbe poter contare su 43 anni e 1 mese di contributi (un anno in meno per le donne).
La reazione dell’opposizione
«Il governo prende in giro i lavoratori: l’età aumenterà, non ci sono i soldi e la legge Fornero non può essere fermata», dice Franco Mari, capogruppo di Avs in commissione Lavoro della Camera. «Un nuovo peggioramento della Fornero, l’ennesima truffa del governo Meloni sulle pensioni», aggiunge Elisa Pirro, capogruppo del M5S in commissione Bilancio al Senato.
Le promesse del ministro Giorgetti
Al punto in cui siamo, le pensioni non vengono mai citate come misura da mettere in legge di bilancio nel Dpfp, il Documento programmatico di finanza pubblica, ovvero la cornice della manovra appena approvata dal Consiglio dei ministri. Ma l’indirizzo politico è chiaro da mesi. Lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti l’ha ribadito più volte, la prima a gennaio: «Io sono per sterilizzare gli aumenti». E l’intenzione è di farlo in questa manovra.
La sfida della Lega
Come questo avverrà, quanto costerà e come verrà coperto il blocco dei tre mesi resta ancora poco chiaro. Le simulazioni dei tecnici, al lavoro sia in Inps che alla Ragioneria, si moltiplicano in questi giorni. E convergono verso una spesa non banale, considerando nel calcolo anche i ratei di tredicesima e di Tfr. Servono 3 miliardi all’anno. E poiché l’aumento è biennale, non pare proprio una passeggiata. Ecco perché i tecnici simulano ipotesi “selettive” per contenere l’impatto. Sarà la politica però poi a dire l’ultima parola. E la Lega si gioca un bel pezzo di credibilità, dopo la promessa sfumata di abolire la legge Fornero.