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 2025  ottobre 06 Lunedì calendario

«Iniziare a studiare Medicina a 25 anni? Meglio consegnare le pizze». La frase choc della prof di Bari fa indignare gli studenti

Si dovrebbe studiare medicina solo se si proviene da un liceo, classico o scientifico. A dirlo una docente durante una lezione del semestre filtro della facoltà di Medicina dell’Università di Bari. È quanto denunciato dall’associazione studentesca Udu Bari. Che ha sentito dire alla professoressa, il cui nome non è stato diffuso, che «se avesse avuto un figlio che segue il semestre filtro a 25 anni, lo avrebbe piuttosto mandato a “consegnare le pizze"».
«È stato detto che si dovrebbe studiare medicina e provare l’ingresso col semestre filtro se si proviene esclusivamente da un liceo classico o scientifico o altrimenti è inutile provarci», si legge sulla pagina social di Udu. E ancora: «Abbiamo sentito che sarebbe meglio lasciar perdere se non lo si passa alla prima volta, senza neanche fare il secondo tentativo 20 giorni dopo». 
La denuncia dei rappresentanti degli studenti
Queste frasi, come sottolinea l’associazione studentesca, alimentano un clima di competizione: «Queste parole, soprattutto se pronunciate da una docente durante le lezioni, aumentano il senso di ineguatezza che molti studenti provano già dai primi anni di università», aggiungono. E si rivolgono a studenti e studentesse: «Come sindacato studentesco pensiamo sia giusto dire per tutti e tutte voi, con forza, che nessuno può permettersi di dire che non siete in tempo, ognuno ha il suo e non è sbagliato». 
«Cara professoressa, non faremo il suo nome, ma dopo questo scivolone – sottolinea l’associazione – sarebbe meglio riflettere sul fatto che non sono gli studenti ad essere sbagliati, ma il sistema ingiusto che lei in questo modo ha perpetrato – concludono -. Qui non si stabilisce solo chi sarà uno studente di medicina, ma delle vite e della salute della generazione del futuro. In questo sistema tossico ci stiamo confrontando continuamente con la pressione psicologica fortissima che subiamo, pressione che può arrivare ad uccidere».
Porfido (Ud): «Così si aggravano le ansie per il semestre filtro»
Adriano Porfido, membro dell’esecutivo di Udu Bari, pone l’attenzione soprattutto sul semestre filtro. «Queste sono affermazioni problematiche che ha fatto la docente, che noi crediamo non si sia resa conto di come potessero essere recepite. E purtroppo questa non è una novità – spiega -. Ma la denuncia è rivolta soprattutto al tema del semestre filtro, che mette a dura prova il benessere psicologico degli studenti». 
Dopo l’abolizione del test d’ingresso, infatti, studenti e studentesse hanno frequentato il primo semestre di Medicina senza passare dalle forche caudine del numero chiuso. Ma, per continuare a essere iscritti allo stesso corso di laurea, dovranno superare esami di profitto su tre insegnamenti. Due gli appelli a disposizione: il 20 novembre e il 10 dicembre. 
«La pressione è moltissima – continua Porfido -. Gli studenti non riescono a stare al passo con le lezioni, che sono quotidiane. Tornano a casa stremati, e poi devono mettersi a studiare e sistemare gli appunti per non perdersi. Sono mesi di tensione molto performativa, che non tutelano la salute mentale. La riforma attuata da questo governo è fallimentare e ne stanno pagando le conseguenze gli studenti».
Il rettore: «La prof ha espresso un’opinione durante una pausa»
«Ho parlato sia con la rappresentanza studentesca che ha riferito questo episodio sia con la docente. Il tema è molto ridimensionato – afferma il rettore dell’Università di Bari, Roberto Belotti -. La rappresentanza studentesca voleva evidenziare lo stato di preoccupazione che ha la componente studentesca rispetto al semestre filtro di Medicina, che sta generando ansia non solo a Bari ma anche nelle altre sedi. La docente, invece, ha espresso delle opinioni durante una pausa tra un’ora e l’altra, non mentre faceva lezione: anche lei stava manifestando le difficoltà del semestre filtro e dell’esigenza di avere una buona preparazione di base, ma non voleva assolutamente scoraggiare le studentesse e gli studenti. Chiariremo tutto in un incontro tra la docente e le rappresentanze, a cui parteciperò anche io, nelle prossime ore».