Corriere della Sera, 6 ottobre 2025
Dirsi addio a 60 anni (per rifarsi una vita)
L’ultimo caso eclatante è quello di Nicole Kidman e Keith Urban: l’attrice e il cantautore, alle soglie dei 60 e dopo quasi vent’anni di matrimonio, hanno annunciato il divorzio. Ma gli esempi non mancano: il matrimonio tra Bill Gates, 69 anni, e Melinda Gates, 61, è finito dopo 27 anni. In Italia è toccato tra gli altri a Francesca Neri, 61, e Claudio Amendola, 62, che due anni fa si sono lasciati dopo un quarto di secolo passato insieme. O a Paolo Bonolis, 64, e Sonia Bruganelli, 51, che nel 2023 dopo 21 anni hanno scelto la separazione consensuale. I cosiddetti «divorzi grigi», quelli tra gli over 50 e 60 sposati da lunga data, sono in aumento non solo negli Stati Uniti o nell’Europa del Nord, regioni dal divorzio «facile», ma anche in Italia, tradizionalmente più restia a rompere i matrimoni. Negli ultimi dieci anni i divorzi tra chi ha 60 anni o più sono quasi triplicati. Nel 2014, secondo l’Istat, erano stati 3.692 su 52.335, nel 2023 (l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati) 9.913 su 79.875. Oltre un divorzio su cinque riguarda invece coppie che hanno 50 anni o più. Quando molte cose della vita dovrebbero ormai essersi stabilizzate, sempre più coppie decidono di separarsi e ricominciare da zero.
«Figli fuori casa»
«A quell’età i figli sono ormai fuori di casa e coppie che magari sono rimaste insieme per crescerli possono rimettere in discussione la loro relazione» spiega Duccio Baroni, psicologo e psicoterapeuta, autore di L’arte di riparare un cuore (Erickson). «Un tempo capitava più di frequente che i matrimoni di lunga data finissero perché l’uomo trovava una compagna più giovane. Oggi sono spesso le donne a chiedere il divorzio, grazie a un cambiamento culturale, e spesso a percorsi di crescita personale, che le portano a mettere al centro il loro benessere. E a non rassegnarsi a relazioni insoddisfacenti».
Dipende anche dal fatto che i cinquantenni e i sessantenni di oggi non sono quelli mezzo secolo fa. È una questione di numeri. «Le donne di 50 anni oggi hanno in media 36 anni e mezzo di aspettativa di vita (gli uomini 33). A 60 ne hanno in media 27 (e gli uomini 24), di cui circa venti in buona salute. È ovvio che non vogliano passarli in rapporti in cui non stanno (più) bene» spiega Letizia Mencarini, demografa che insegna all’Università Bocconi di Milano. Un tempo l’aspettativa di vita era più breve e i matrimoni spesso duravano meno perché le donne rimanevano vedove. Oggi con le modifiche portate dalla mezza età, dall’indipendenza dei figli o dall’avvicinarsi della pensione, le coppie possono essere portate a mettere in discussione anche i rapporti più duraturi.
«Le ricerche lo confermano: la richiesta di divorzio è più alta tra chi è in pensione che tra chi lavora ancora». La presenza di figli e di nipoti invece è un fattore di stabilità.
I baby boomers
«Vale soprattutto per la generazione dei baby boomers, che tra i 60 e i 65 anni si trova a vivere una nuova finestra di opportunità» spiega Mencarini. È una generazione che ha visto l’ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro (con l’autonomia che comporta) e i cambiamenti sociali che hanno reso il divorzio accettabile. Ed è una generazione ancora «ricca», che può permettersi di andare in pensione presto e in salute. A 60 anni ha molta buona vita davanti. Ma il divorzio non è indolore. Anche quando è scelto e consensuale. «Le donne continuano a perdere status economico» dice Mencarini. «Gli uomini socialità. Quando un matrimonio finisce, anche nei divorzi anziani e in tutti i Paesi, le madri rimangono in contatto molto più stretto con i figli rispetto ai padri. Sono ancora il centro emozionale delle famiglie». «Gli uomini – conferma lo psicologo Baroni – quando si separano sono più a rischio di isolamento e di depressioni gravi. È chiaro che se si sta male è bene divorziare. Ma non bisogna neanche pensare che dietro l’angolo ci sia sempre qualcosa di meglio: le relazioni hanno bisogno di cura e impegno per funzionare».