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 2025  ottobre 05 Domenica calendario

Affitti brevi, incubo lungo: la casa diventa ostaggio degli «squatter» (che l’affittano regolarmente e la occupano)

Affittare casa online in Francia sta diventando rischioso. Finti turisti prenotano e poi si rifiutano di lasciare l’appartamento, aggirando la legge. Per questo vengono chiamati «squatter Airbnb»: entrano nelle case da occupare non più illegalmente, ma lo fanno attraverso piattaforme come Airbnb o Booking prenotando. Grazie ad una svista di una legge del 2023, varata per consentire ai prefetti sgomberi veloci senza bisogno di ricorrere al giudice, restano negli appartamenti affittati legalmente ma smettono di pagare. Scrive Le Figaro che «mettere in affitto il proprio appartamento su una piattaforma on line può ormai diventare un incubo».
Come aggirano la legge
Gli squatters prenotano gli appartamenti su Airbnb o Booking e, una volta terminato il soggiorno, si rifiutano di lasciare la casa. Essendo entrati nell’appartamento in maniera legale e avendo pagato il loro soggiorno, non vengono considerati squatters e sfuggono a qualsiasi espulsione “rapida” come avrebbe voluto la legge. 
Per lo sgombero serve il giudice
Lo sfratto breve avviene soltanto se la permanenza nei luoghi occupati è illecita, ma se lo è stato anche l’ingresso. Per lo sgombero, serve un giudice che si pronunci, con le conseguenti procedure che possono durare fino ad un anno. Più i costi legali per l’invio di un ufficiale giudiziario a più riprese e per l’uso eventuale della forza pubblica, senza contare il mancato introito dell’affitto per i proprietari.
Il deputato e la legge a suo nome
Guillaume Kasbarian, il deputato all’origine della legge sugli sfratti veloci, propone per questo di smontare l’arcano in due modi: «La legge si può cambiare», suggerisce. Oppure, «il ministero dell’Alloggio può trasmettere una circolare ai prefetti invitandoli a far scattare il procedimento di espulsione che possono essere portati davanti ai giudici del Tar nel caso di contenzioso».