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 2025  ottobre 05 Domenica calendario

Trump voleva regalare a Re Carlo una spada di Eisenhower: costretto alle dimissioni il funzionario che non gliel’ha permesso

Fin dall’inizio del suo secondo mandato, il presidente americano Donald Trump ha mosso guerra a molte delle istituzioni culturali pubbliche degli Stati Uniti e in particolare alla National Archives and Records Administration (Nara), l’agenzia federale indipendente che si occupa della conservazione dei documenti governativi provvisti di valore storico, nonché di gestire le sedici biblioteche presidenziali intestate ad altrettanti ex capi di Stato americani.
Già a gennaio, ospite del conduttore radiofonico conservatore Hugh Hewitt, Trump aveva annunciato: «Credo di poterti dire che avremo presto… Sì… Avremo un nuovo capoarchivista». E infatti, poche settimane dopo, fu licenziata Colleen Shoghan, che ricopriva quella carica. Trump voleva punire la Nara, perché riteneva che quell’agenzia – partecipando alle indagini del Dipartimento di Giustizia sul caso dei documenti top secret da lui trattenuti illegalmente a Mar-a-Lago dopo il termine del suo primo mandato – avesse contribuito a una campagna denigratoria ai suoi danni (anche se, in realtà, Shoghan non c’entrava comunque nulla dal momento che era entrata in carica solo nel 2023).
Qualche giorno fa, per ragioni analoghe (e cioè per aver disubbidito all’ordine di soddisfare i capricci del presidente), è arrivata un’altra «decapitazione». La nuova vittima del vendicativo presidente – o di qualche zelante funzionario che ha agito per compiacerlo – è Todd Arrington, che dall’agosto 2024 dirigeva la biblioteca presidenziale intitolata a Dwight D. Eisenhower, che ha sede ad Abilene, in Kansas, la cittadina in cui il 34esimo presidente americano era cresciuto.
Come hanno raccontato vari media locali del Kansas, ma anche la Cbs e il New York Times, Arrington, dopo aver ricevuto pressioni «dall’alto», Arrington ha dovuto dimettersi per non essere licenziato. La sua colpa? Aver negato qualche mese fa all’entourage di Trump – e più precisamente a qualcuno del Dipartimento di Stato che lo aveva contattato scrivendogli dal bizzarro indirizzo mail «giftgirl2025» – una spada donata a Eisenhower nel 1947 dalla regina olandese Guglielmina. Trump avrebbe voluto regalarla a re Carlo d’Inghilterra durante la sua visita nel Regno Unito avvenuta a metà settembre per rimarcare l’antica collaborazione militare tra i due Paesi (prima di diventare presidente, Eisenhower guidò le truppe alleate durante la Seconda guerra mondiale e fu poi il primo comandante in capo dell’Alleanza atlantica).
Arrington si è rifiutato di alienare l’oggetto dalle collezioni della biblioteca a cui appartiene, ma – così, quantomeno, assicura l’interessato – avrebbe comunque proposto la sua collaborazione per individuare un dono alternativo per il sovrano britannico – al quale è stata donata, alla fine, la replica di un’altra arma appartenuta ad Eisenhower, una sciabola da cadetto di West Point. Arrington, che è un veterano dell’esercito nonché uno storico con un Ph.D. conseguito all’Università del Nebraska, ha una trentennale carriera che l’ha portato a incarichi pubblici «provinciali» dotati comunque di un certo prestigio (prima di dirigere la biblioteca intitolata a Eisenhower, aveva già guidato un’altra istituzione «presidenziale», il James A. Garfield National Historic Site di Mentor in Ohio) e sostiene di aver solo adempiuto il suo compito che è quello di preservare il patrimonio della biblioteca a beneficio di tutti gli americani. Ma l’entourage del presidente non è stato evidentemente dello stesso avviso, anche se alcune fonti attribuiscono l’uscita forzata di Arrington dalla direzione della biblioteca Eisenhower anche a dissapori su un’altra vicenda, connessa all’istituzione di un nuovo centro educativo legato a quella istituzione.
Va da sé che la scelta e la revoca dei direttori delle sedici biblioteche intitolate agli ex presidenti non spetta al loro «collega» in carica ma dalla Nara, che è l’agenzia preposta alla loro gestione. Senonché, dopo il siluramento di Shogan nel febbraio scorso, la carica di «archivista capo» degli Stati Uniti è stata affidata ad interim al segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, coadiuvato per il day-by-day da James Byron, che guida la Richard Nixon Foundation, un’istituzione privata legata alla Richard Nixon Presidential Library di Yorba Linda, in California.