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 2025  ottobre 04 Sabato calendario

Le famiglie risparmiano di più: in banca 1.600 miliardi

L’incertezza sulle prospettive dell’economia, il calo del potere d’acquisto reale e forse i timori per la complessa situazione politica internazionale inducono le famiglie a consumare di meno e a risparmiare di più. Lo certifica l’Istat che ha stimano la propensione al risparmio delle famiglie italiane in crescita al 9,5 per cento nel secondo trimestre 2025, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il dato emerge dal report dell’Istituto di statistica sul «Conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie, profitti delle società».
Il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato rispetto al trimestre precedente dello 0,3 per cento (0,5 per cento l’aumento dei prezzi misurati dal deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie). Questo significa che in termini «reali» il potere d’acquisto è diminuito dello 0,2%.
Un gap significativo si registra anche nella relazione tra reddito e spesa: il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dello 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi finali sono cresciuti soltanto dello 0,5 per cento. Ad agosto peraltro le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,1%.
«La crescita del potere d’acquisto delle famiglie rallenta, pur confermando la dinamica positiva che perdura quasi ininterrotta dal primo trimestre 2023. Nello stesso arco temporale si assiste al concomitante aumento, lento ma pressoché ininterrotto, della propensione al risparmio», è il commento dell’Istat.

In termini di grandi aggregati finanziari questa situazione si traduce in una «abnorme» crescita del risparmio depositato sui conti correnti. Ci sono infatti ben 1.593 miliardi di euro fermi sul conto corrente degli italiani, mentre invece sono 1.079 quelli investiti in attività finanziari, sottolinea «Geografia Ener2Crowd degli investimenti 2025», l’analisi realizzata da Ener2Crowd, piattaforma per gli investimenti Esg, nel mese di settembre 2025 su dati macroeconomici Federazione Autonoma Bancari Italiani, Banca d’Italia, Crif, su elaborazioni interne su base Istat e su dati proprietari di performance. Si ferma invece a poco più di mille miliardi la quota della ricchezza investita in strumenti finanziari veri e propri.
Il dato di agosto sulle vendite al dettaglio «è un segnale preoccupante che va al di là della variazione negativa mensile, in quanto consolida una situazione in cui le famiglie, pur in presenza di un aumento del reddito disponibile reale, continuano a mantenere al minimo i consumi. Ciò si rileva ormai da sette trimestri», nota l’Ufficio Studi di Confcommercio.