corriere.it, 3 ottobre 2025
Monaco, aeroporto chiuso per ore per droni non identificati: «Un’escalation, mai successo in uno scalo civile tedesco»
I droni colpiscono e mettono ko per alcune ore anche l’aeroporto di Monaco. Ieri sera, a partire dalle 22.30, le operazioni allo scalo sono state fermate. Circa un’ora prima erano stati avvistati dei droni non identificati nelle vicinanze dell’aeroporto. È intervenuta la polizia, senza però riuscire a individuare i velivoli né a identificare i loro proprietari. Un’ora dopo, i droni sono stati avvistati di nuovo, stavolta sull’area direttamente sopra lo scalo.
Il governatore della Baviera, Markus Markus Söder, è intervenuto senza mezzi termini: «Gli episodi dei droni mostrano quanto alta sia la pressione. Da adesso deve valere quanto segue: abbatterli invece di aspettare. E in modo conseguente. La nostra polizia deve poter abbattere subito i droni». Söder, capo della bavarese Csu, è il più potente alleato di Merz: le sue parole non potranno non avere un effetto politico.
È la prima volta che viene coinvolto, e chiuso, un aeroporto civile tedesco. Ieri sera, 17 voli non hanno potuto decollare. Coinvolti circa 3.000 passeggeri, che hanno dovuto dormire nelle aree dei check-in: hanno ricevuto bevande, snack e brandine per la notte. Anche 15 voli in arrivo sono stati deviati verso Stoccarda, Norimberga, Vienna e Francoforte, per un totale quindi di 32 aerei coinvolti. I voli sono ripartiti regolarmente questa mattina alle 5.30. Di notte gli scali tedeschi, tra la mezzanotte e le 5, restano comunque chiusi per una legge sul rumore notturno.
Sui droni di Monaco finora poche informazioni: per l’oscurità la polizia non è riuscita a identificare neppure i modelli. Ma se l’attacco a un aeroporto è una novità in Germania – Monaco è il secondo aeroporto del Paese -, quello di ieri segna anche un cambio di passo e un’escalation.
La Germania è al centro della strategia dei droni da tempo, almeno da due anni. Per dare l’ampiezza del fenomeno – ne abbiamo scritto qui già in primavera – basti dire che, secondo i registri ufficiali, i sorvoli «di dubbia identità» erano 9 nel 2021, prima della guerra in Ucraina. Sono saliti a 172 nel 2022, sono diventati 446 nel 2023 e per il 2024 mancano ancora numeri ufficiali.
Le difese approntate però, per quanto ovviamente del fenomeno si occupino il governo, i militari e la polizia, sono per ora del tutto insufficienti. Per larga parte, Berlino in questi anni ha scelto di continuare a fare business as usual, senza trasformare questi casi in un’emergenza nazionale.
Ieri, poi c’è stato un secondo episodio. Verso l’1:45 di notte, sono stati avvistati 15 droni sulla base militare di Elsenborn, nel sud est del Belgio. I droni, ha poi annunciato il ministro della Difesa belga, «avrebbero volato dal Belgio verso la Germania e sono stati anche individuati dalla polizia di Duren, dall’altro lato della frontiera».
Il sorvolo, o meglio l’attacco, colpisce in un giorno particolarmente delicato. È il finale dell’Oktoberfest a Monaco, dove arrivano centinaia di migliaia di persone, e dove da anni l’aeroporto finisce sotto stress per l’enorme afflusso. Ma è anche una data simbolica: la vigilia della riunificazione tedesca, che cade il 3 ottobre, e di cui ricorrono i 35 anni. Oggi in Germania è festa nazionale: il Paese si ferma e alle celebrazioni a Saarbrücken arriverà anche il presidente francese Emmanuel Macron. È insomma una data segnata sul calendario, nonché la vigilia di un ponte, che ovviamente gli operatori dei droni conoscevano bene. Difficile pensare che fosse ignorata a Mosca, vista la fissazione di Putin sulla Germania: quando crollò il Muro, si trovava a Dresda come agente del KGB e la visse come una tragedia geopolitica e personale.
Ma che ci sia la mano russa, come tutti sospettano, non è stato dimostrato. Tanto più che per le opere di sabotaggio su territorio tedesco – dopo la grande espulsione di spie e diplomatici seguita all’invasione ucraina – Mosca si affida a manovalanza locale, a volte anche pregiudicati. Ci sono stati mille indizi: un mese fa, una nave russa sospettata di spionaggio è stata sequestrata ad Amburgo e a bordo è stato trovato un drone. Mille indizi che però finora non hanno fornito una pistola fumante. O almeno, la pistola fumante non è mai stata mostrata in pubblico.