Corriere della Sera, 3 ottobre 2025
Complotti e cigni. Quando Farage perde la bussola
«Curiouser and curiouser», sempre più curioso, diceva Alice nel Paese delle Meraviglie: e allo stesso modo i pronunciamenti di Nigel Farage e dei suoi accoliti si fanno di giorno in giorno più bizzarri. L’ultima esternazione è venuta da Zia Yusuf, il sottopancia del leader della destra populista britannica, che ha accusato il premier Keir Starmer di aver ridotto di due terzi la scorta a Farage col malcelato proposito di farlo uccidere: una teoria complottista degna del miglior cospirazionismo in stile Maga-trumpiano. Ma questi sbarellamenti ormai si sprecano: ha cominciato lo stesso Farage, proponendo di revocare il permesso di soggiorno a tutti gli immigrati regolari, una misura che potrebbe risultare nella cacciata di milioni di persone e che, se ha trovato consensi nello zoccolo duro dei suoi sostenitori, ha lasciato interdetto il pubblico più generale. Poi Farage non è riuscito a smarcarsi dalle affermazioni di Trump sul paracetamolo dannoso per le donne incinte: e qui in Gran Bretagna il paracetamolo è una specie di talismano, l’unica cosa che i medici dispensano a piene mani, per qualsiasi malanno. Ma il bello doveva ancora venire, perché Farage ha accusato gli immigrati di mangiarsi i cigni nei parchi: e si è beccato una smentita da parte dei Parchi reali, responsabili della tutela dei bianchi pennuti, che non hanno rilevato nessun barbecue a base di cigno. Insomma, Farage continua a essere in testa a tutti i sondaggi, che lo accreditano come prossimo primo ministro, ma forse per inseguire la destra estrema di Tommy Robinson ha preso una deriva che fa a pugni col senso comune: forse che lui, il rabdomante dell’opinione pubblica, pronto a coglierne e a cavalcarne i sentimenti nascosti, stia perdendo il tocco magico? Certo è che le elezioni sono solo fra quattro anni e lui sta facendo poca mostra di quella gravitas necessaria per varcare la soglia di Downing Street: in breve, cosa succederà a Londra resta tutto da vedere.