Il Messaggero, 2 ottobre 2025
Gli spioni della dashcam Video-denunce per multare i guidatori indisciplinati
Il numero di multe comminate in Gran Bretagna per infrazioni commesse da conducenti di autoveicoli è aumentato dell’80% in pochi mesi. Ci si domandava che cosa fosse accaduto, visto che gli automobilisti non erano diventati più indisciplinati di prima, né la polizia stradale era stata più brava a scoprirli. Erano solo aumentate, secondo un’indagine dell’associazione Confused.com i cui risultati sono stati diffusi da Sky News, le denunce presentate da altri automobilisti che hanno installato a bordo del loro veicolo una dashcam, una telecamera che va obbligatoriamente collocata dietro allo specchietto retrovisore e riprende quello che accade davanti al veicolo.
I social e il web sono ormai saturi di video ripresi da dashcam che documentano comportamenti indisciplinati, passaggi con il rosso, urti contro il guard-rail durante un sorpasso azzardato. Ma leggi come la General Data Protection Regulation (GDPR) vietano di diffondere queste immagini senza prima oscurare i numeri di targa o i volti di conducenti e passeggeri, che possono chiedere una copia del video e pretendere l’eliminazione dei dati personali. Ma in tribunale e negli uffici della polizia la privacy non conta: se è stato commesso un reato il video viene considerato una prova, le targhe e i volti si mostrano e si risale al colpevole.
I DATI
Il 34% delle automobili che circolano in Gran Bretagna ha una dashcam a bordo e tra il 2022 e il 2024 i video postati in rete sono aumentati del 55% e hanno documentato migliaia di infrazioni: una su cinque riguardava il passaggio con il semaforo rosso, una su sei l’uso del telefono alla guida. Il 20% delle infrazioni mostrate nei video è stato punito con una multa, il 29% con un avvertimento ufficiale, il 14% con un corso di riqualificazione e il 5% con procedimenti giudiziari. Su Internet i delatori sono stati subito definiti con spregio «le spie della dashcam», ma bisogna comprendere la mentalità dei paesi di religione protestante, che hanno una minore familiarità con il perdono dei peccati. Chi viola la legge deve essere punito, anche se è il mio vicino di casa, perché io la rispetto. Nei Paesi mediterranei la tolleranza è maggiore e in alcune città come Roma, dove in qualche modo ci si deve arrangiare, prevale spesso l’idea che se io lascerò fare qualcosa di non perfettamente legale a te, tu poi la lascerai fare a me.
GLI EFFETTI
Anche in Italia il numero delle dashcam installate sulle auto sta aumentando in modo sensibile e si prevede che crescerà ulteriormente nei prossimi anni. Le videocamere sono utili alla propria sicurezza personale e scoraggiano i furti e i danneggiamenti. Cominciano a garantire anche i primi sconti sul costo delle polizze assicurative, perché documentano gli eventi aiutando a individuare le responsabilità in un sinistro. Spesso si è costretti a dover smentire amici degli amici della controparte che si fingono testimoni, mentre la videocamera è un testimone oculare del quale nessuno può dubitare.
IL CODICE
In Europa le dashcam sono regolate in modi diversi: in Francia e Belgio le possono utilizzare solo i privati, in Austria e Portogallo sono ancora illegali. Tutti i Paesi sono comunque tenuti a rispettare le norme che tutelano la privacy, quindi niente targhe e niente volti. In Italia il loro utilizzo è abbastanza recente, ma in crescita. Alcune compagnie di assicurazione promettono già sconti a chi installa, oltre alla videocamera, anche una “scatola nera” che documenti la velocità alla quale si andava e il comportamento del conducente nel lungo periodo. Paesi di tradizione anglosassone come l’Australia stanno invece seguendo l’esempio della Gran Bretagna, e incoraggiano le delazioni degli altri automobilisti.
La prudenza e il rispetto delle regole sono doverosi e indispensabili alla sicurezza del conducente, di chi si trova a bordo del veicolo e di chiunque possa essere danneggiato da una guida imprudente. Ma è indubitabile che gli automobilisti sono sempre più circondati da guardiani che hanno la forma di autovelox, di limiti ai 30 all’ora, di videocamere che ti monitorano sulle autostrade e nelle città. All’appello mancava solo la dashcam dell’auto di quell’invidioso che ti segue. Ma meglio così, se servirà a scoraggiare troppi comportamenti irresponsabili.