il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2025
Il Campo loffio
Lo so, ci sono cose più importanti, ma ne riparliamo domani a bocce ferme. Intanto le dotte analisi sulle Regionali nelle Marche fanno prudere le mani. Si dice che la Meloni tiene il voto “moderato”, mentre Schlein, Conte, Bonelli-Fratoianni&C. sono troppo “estremisti”. Ma sono trent’anni che gli elettori – e non solo in Italia – se ne infischiano di destra-sinistra, riformisti-massimalisti e altre categorie del ’900. I social hanno accorciato la vita ai leader: prodotti usa e getta come le siringhe monouso. Come prima scelta si vota il candidato più nuovo e, in mancanza di novità, il più comodo e rassicurante (anche dal punto di vista clientelare). Nelle Marche con Matteo Ricci, come in Liguria con Andrea Orlando, il Pd ha imposto agli alleati un candidato così politicamente vecchio da far sembrare più nuovo persino un Acquaroli. In Sardegna la Todde portò una ventata di novità, come ora Tridico in Calabria e Fico in Campania. Non che il M5S sia depositario del nuovo. Ha più volti freschi perché è relativamente giovane e ha regole che facilitano il ricambio. Ma pure la Salis a Genova e la Proietti in Umbria – tutt’altro che “grilline” od omogenee: una borghese e ipermoderata, l’altra movimentista per l’ambiente e la pace – hanno occupato quello spazio e vinto. Ovviamente la novità aiuta, ma non garantisce la vittoria: per Tridico è dura scalfire il sistema Occhiuto, dopo la mossa paragolpista del presidente inquisito di dimettersi per anticipare il voto e impedire ai due poli di costruire candidature alternative col tempo necessario. Ma, senza Tridico, sarebbe perfino inutile votare.
Per giocarsi la partita le formule non contano: ammuffiscono appena coniate (sì o no al Campo largo? E quanto largo?). Conta la capacità delle opposizioni di far emergere volti nuovi. Il M5S di Conte ancora ci riesce, anche se non abbastanza. Avs è il partito delle vecchie glorie: alle Europee ha riesumato figure più o meno nobili, ma giurassiche, come Leoluca Orlando, Lucano e Marino, e ora ricicla pure Vendola. Il Pd, dopo l’elezione della Schlein a furor di elettori (contro gli iscritti), ha perso la grande occasione di darsi una classe dirigente nuova come lei. E alle Europee, per restare a galla con le preferenze, ha riempito le liste di veterani al sesto o settimo mandato. E quando deve proporre sindaci o presidenti di regione, va a pescarli quasi sempre all’ospizio. Anche quando, come Ricci, sono indagati per vicende imbarazzanti, a prescindere dall’esito penale. Così gli elettori di opinione se ne stanno a casa e quelli dei partiti alleati (soprattutto quelli esigentissimi del M5S) s’incazzano pure. Se poi il candidato, alla disperata, pretende “un voto per le Marche e per Gaza”, s’incazzano due volte: una per le Marche e l’altra per Gaza.