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 2025  ottobre 02 Giovedì calendario

Usa, le star si ribellano. Broadway chiede tutele sanitarie, Hollywood alla guerra contro l’IA

Broadway si avvia a spegnere le luci. Hollywood a protestare. Il mondo dell’intrattenimento americano è entrato nell’autunno caldo delle rivendicazioni sindacali, e in un modo che potrebbe portare, per la prima volta nella storia recente, a vedere il blocco delle attività nel distretto teatrale più famoso al mondo e negli Studios californiani. I motivi sono diversi. Gli attori di Broadway si stanno preparando a organizzare uno sciopero di massa che potrebbe portare alla chiusura di trenta spettacoli durante la stagione di punta, come risposta in una disputa sulle condizioni di lavoro. Hollywood, invece, si è dichiarata contro l’impiego di attori creati dall’intelligenza artificiale. Per il momento, il rischio di sciopero riguarda il distretto teatrale di New York.
Actors Equity, il sindacato che rappresenta oltre 900 interpreti e responsabili di scena a Broadway, è impegnato in trattative con l’associazione di categoria Broadway League per ottenere un nuovo contratto che preveda contributi dei datori di lavoro all’assistenza sanitaria, un tema chiave in un Paese dove ammalarsi rischia di portare alla bancarotta. Brooke Shields guida la risposta. Come presidente di Actors’ Equity ha chiesto maggiori garanzie per la categoria. “Chiedere ai nostri datori di lavoro – ha spiegato – di prendersi cura dei nostri corpi e di pagare la loro giusta quota per la nostra assicurazione sanitaria non è solo ragionevole e necessario, ma è un investimento che dovrebbero voler fare per il successo a lungo termine delle loro attività”. Non ci sono spettacoli a Broadway se attori e responsabili di scena si ammalano. E non c’è salute se gli ambienti di lavoro non sono al sicuro.
L’ultimo sciopero di Equity risale al 1968 e portò alla chiusura di diciannove spettacoli per tre giorni. Quasi sessant’anni fa alla base della protesta c’era la richiesta di aumento salariale del 54 per cento, in modo da affrontare l’aumento verticale del costo della vita a New York. Da Golden Rainbow, con Steve Lawrence e Eydie Gormé, al musical The Happy Time, per tre giorni Broadway spense le sue luci. Alcune produzioni, già in crisi, finirono del tutto. La minaccia di sciopero di adesso arriva, invece, all’inizio di una stagione di spettacoli di successo e con grandi nomi: da Keanu Reeves di “Aspettando Godot” a Mira Sorvino del musical “Chicago”, da Denzel Washington che interpreta Otello nella nuova produzione del classico di Shakespeare a Jake Gyllenhaal, che lo affianca. Le rivendicazioni non riguardano queste star superpagate, ma tutto il resto delle produzioni, fatto di migliaia di persone.
Mentre Broadway si avvia verso lo sciopero, Hollywood non sta meglio. Il recente debutto di un’”attrice” generata dall’intelligenza artificiale, chiamata Tilly Norwood, ha scatenato la reazione del sindacato degli attori Sag-Aftra. Il lancio ufficiale dell’attrice sintetica è consistito in una breve apparizione di venti secondi, in cui si vede un’ingenua ventenne senza somiglianze particolari con celebrità. La produttrice olandese Eline Van der Velden, che ha creato il personaggio, ha rivelato che l’attrice sta suscitando interesse nei produttori. Le immagini generate dal computer non sono una novità, ma lo è la possibilità di replicare un’intera interpretazione cinematografica. “Vogliamo che Tilly diventi la prossima Scarlett Johansson o Natalie Portman”, ha detto in modo provocatorio la produttrice olandese. “Chiariamo – ha risposto il sindacato Sag-Afra – Tilly Norwood non è un’attrice”. Gli Studios non la pensano allo stesso modo, e questo potrebbe innescare un braccio di ferro.