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 2025  ottobre 01 Mercoledì calendario

Parigi senza più case a prezzi accessibili. Un piano per convertire uffici e garage

A Parigi, la chiamano «politica delle pastiglie» e serve in effetti a curare un male delle grandi metropoli: la scarsità di case a prezzi abbordabili per giovani e famiglie meno abbienti. Si tratta di ricavare dovunque “pastiglie” di alloggi con canoni moderati d’affitto, integrati in quartieri o edifici che seguono invece il mercato. Per le casse pubbliche municipali, è una terapia costosissima, richiedendo spesso lavori di cantiere simili ad operazioni chirurgiche, data l’alta densità di edifici nella capitale. Ma l’attuale amministrazione guidata dalla socialista Anne Hidalgo ne ha fatto una priorità e un simbolo, fra ferventi ammiratori e detrattori implacabili.
Occorre ricordare che a Parigi il male è acuito da vari fattori. Innanzitutto, la superficie ridotta, ovvero 105 km². Neppure un decimo di New York. Ma sensibilmente meno pure rispetto a Milano (181 km²). Una superficie, inoltre, per metà non edificabile, fra parchi, viali, campi sportivi e ferrovie. Inoltre, a Parigi, prima meta turistica al mondo, pullulano gli alloggi, quasi sempre inoccupati, di facoltosi proprietari o investitori internazionali. Secondo le autorità comunali, erano il 19% nel 2020, contro il 14% nel 2011. Soprattutto nei quartieri più centrali, poi, il fenomeno Airbnb ha preso proporzioni ritenute allarmanti, con un picco vicino ai 100mila annunci raggiunto l’anno scorso, in occasione delle Olimpiadi. Così, nel complesso, gli alloggi dati in affitto alle famiglie diminuiscono al ritmo di circa 8mila l’anno. Per tutte queste ragioni, martella l’amministrazione comunale, Parigi rischia di divenire una ‘città- museo’, sempre più priva di veri parigini, come mostra il calo del 5% dei residenti in un solo decennio, con conseguenti chiusure di scuole e altri servizi pubblici. A estremi mali, estremi rimedi, ripetono dunque più che mai gli amministratori, all’origine di un vasto ventaglio di misure. A cominciare proprio dai cantieri chirurgici, ovunque sia possibile, in modo da estendere il parco comunale degli «alloggi ad affitto moderato», o HLM. Concretamente, si tratta spesso di convertire in case degli spazi inizialmente destinati ad altro: uffici, botteghe, seminterrati d’ogni tipo, persino autorimesse e garage. Nel 17mo Arrondissement di Parigi, ad esempio, un’autorimessa da 2.300 m² è stata convertita in 85 alloggi, dopo la creazione di un cortile interno: l’innesto di una nuova oasi abitativa per tutti i portafogli, sostengono con soddisfazione le autorità comunali, che hanno finanziato direttamente più di un terzo dei 12,3 milioni di euro necessari all’operazione. Per il resto, invece, sono scattati prestiti bancari a lungo termine.
Per moltiplicare le nuove ‘pastiglie’, le autorità municipali hanno varato pure una misura che suscita vivissime proteste nel mondo imprenditoriale: l’obbligo di destinare ad alloggi una porzione dei grandi immobili d’uffici o commerciali dove sono partiti cantieri per l’adeguamento alle norme ambientali. In questo senso, un esempio notevole riguarda la riqualificazione dei centralissimi grandi magazzini La Samaritaine, di proprietà della holding del magnate del lusso Bernard Arnault, in concorrenza da anni con Elon Musk per la palma di primo miliardario del pianeta. Concretamente, i cantieri nell’Ovest parigino per edifici di oltre 5mila m², dovranno destinare almeno il 10% della loro futura superficie ad alloggi. L’obiettivo che si sono fissate le autorità è di raggiungere entro il 2035, anche così, una quota totale del 40% di abitazioni pubbliche rispetto al totale, di cui il 30% nel parco HLM e il 10% con affitti ‘addolciti’. Occorreranno, dunque, circa 4mila abitazioni in più all’anno.
«È uno specchio delle nostre ambizioni bioclimatiche e della nostra azione in favore della solidarietà»: così Anne Hidalgo ha difeso più volte il programma delle pastiglie, che è stato potenziato dopo i Giochi Olimpici. In effetti, le misure sono abbinate a quelle contro la circolazione di auto in centro, che comprendono fra l’altro una progressiva riduzione dei parcheggi per allargare i marciapiedi.
Ma non mancano di certo i critici pure feroci, pronti a far valere diversi argomenti. Innanzitutto, le autorità comunali sono accusate di scoraggiare in tal modo su larga scala l’apertura di ampi cantieri di rinnovo degli immobili. Con il rischio, dunque, sul fronte ambientale, di ottenere l’effetto contrario a quello auspicato. Da parte loro, certi investitori immobiliari additano una «politica di spoliazione». Si denuncia da più parti, poi, il rischio di aggravare in tal modo l’indebitamento del Comune di Parigi, che dovrebbe raggiungere i 9,3 miliardi di euro a fine anno. Inoltre, a livello politico, pure in vista delle Municipali della prossima primavera, si accusa l’attuale giunta di sinistra di perpetuare una forma sottile di ‘clientelismo’ elettorale, dato che ad esempio in 3 grandi Arrondissement dell’Est parigino (13mo, 19mo e 20mo), la porzione di abitazioni sovvenzionate supera già il 40%.