ilfattoquotidiano.it, 1 ottobre 2025
I Radicali denunciano Meloni e quattro ministri all’Aia: “E’ per conto loro che la guardia costiera libica spara alle ong”
I Radicali Italiani hanno depositato una comunicazione formale alla Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia, chiedendo l’apertura di un’indagine nei confronti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e del ministro dei Trasporti Matteo Salvini per presunti crimini contro l’umanità e crimini di aggressione. Presentata in sala stampa alla Camera, la denuncia mira all’accertamento della responsabilità rispetto ai fatti del 24 agosto 2025 in acque internazionali, quando a bordo di una motovedetta donata dall’Italia nel 2023, la cosiddetta guardia costiera libica ha aperto il fuoco contro la Ocean Viking di SOS Méditerranée. “Il sostegno materiale alla c.d. Guardia costiera libica – le donazioni di motovedette, i sostegni finanziari e gli addestramenti sul nostro territorio – non può che costituire un elemento utile nella verifica del nesso tra tali atti e i suddetti crimini”, scrivono i Radicali. Che segnalano all’Aia “come i membri del Governo italiano conoscano l’impiego criminale dei mezzi e delle risorse forniti e che, dunque, siano direttamente corresponsabili di crimini contro l’umanità, dotando la Guardia costiera libica di strumenti con la ragionevole previsione che questi venissero impiegati per un uso illegittimo della forza”.
Crimine di aggressione – A firmare la denuncia presentata il primo ottobre alla Camera sono Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, e Bianca Piscolla, membro della Giunta nazionale, che accusa: “I membri del governo italiano sono responsabili di alcuni dei crimini contro l’umanità di cui all’art. 7 dello Statuto di Roma e del crimine di aggressione previsto dall’art. 8bis”. Nella denuncia ricordano che l’equipaggio a bordo della Ocean Viking era composto da civili disarmati e inermi quando è stata colpita da oltre 100 proiettili, subendo gravi danni. Inoltre, la motovedetta di classe Corrubia Houn 664 era in precedenza un mezzo della Guardia di finanza italiana, donato dal governo il 23 giugno 2023. “La motovedetta è stata donata – nell’ambito del programma SIBMMIL – ai fini della gestione integrata delle frontiere”, scrivono nella comunicazione all’Aia. “È stato concordato che la nave in questione è stata consegnata con un “vincolo di destinazione”, che può essere realizzato solo attraverso l’uso illegale della forza armata. Si sostiene pertanto che l’equipaggio della c.d. Guardia Costiera libica abbia agito anche per conto dei soggetti in epigrafe richiamati, rendendosi così mandanti di atti criminali. Ai sensi, dunque, della lettera d) dell’art. 25, co. 3, i membri del Governo italiano richiamati nella presente comunicazione sono responsabili per aver indotto la c.d. Guardia Costiera libica alla commissione dei reati di cui sopra”. Secondo il citato principio di diritto internazionale penale, non solo l’autore materiale, ma anche chi partecipa alla commissione di un crimine, anche attraverso la fornitura di mezzi o l’aiuto, è considerato responsabile. Infine, l’attacco armato viene considerato un crimine di aggressione poiché la Ocean Viking batte bandiera norvegese e, in virtù del principio internazionale, è considerata territorio di quello Stato.
Crimini contro l’umanità – La responsabilità del governo si inserirebbe in un “contesto di attacco sistematico contro popolazioni civili” reso possibile dal Memorandum d’intesa tra Italia e Libia del 2017, rifinanziato l’ultima volta nel 2023, che prevede il supporto logistico, tecnico e operativo della guardia costiera libica. Che grazie all’accordo “continua a intercettare e ricondurre migranti nei centri di detenzione in Libia: veri e propri lager” dove si verificano sistematicamente “tortura, stupri e riduzione in schiavitù”, oltre a schiavitù sessuale, prostituzione forzata e gravidanze forzate. Secondo i Radicali, le condotte di Meloni e ministri configurino l’ipotesi di dolo eventuale, perché “non potevano non conoscere le conseguenze delle loro azioni” e l’impiego dei mezzi forniti. Tra i crimini contro l’umanità contestati, la “deportazione o trasferimento forzato di popolazioni” (attraverso la fornitura delle motovedette); l’”imprigionamento o altre gravi forme di privazione della libertà personale”, attraverso il finanziamento indiretto dei centri di detenzione libici; e la complicità negli atti di “tortura e violenza sessuale” in tali centri. La denuncia cita anche il decreto Piantedosi del 2023, il cosiddetto “decreto Cutro”, che consente alle autorità libiche di segnalare a quelle italiane le navi di soccorso civile che non si conformano agli ordini di riconsegna dei naufraghi. Norma che, scrivono i Radicali, “si pone in palese contrasto con la sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo”. In virtù degli accordi, si sostiene poi, le autorità italiane avrebbero omesso di rispettare i propri obblighi internazionali, permettendo persino il rilascio di Osama Elmasry Njeem, detto Almasri, accusato dalla CPI di crimini di guerra e contro l’umanità, e rimpatriato dal governo italiano lo scorso gennaio nonostante il mandato internazionale. “La condotta del Governo italiano”, ha dichiarato il segretario Blengino, “segna una complicità diretta nei crimini della cosiddetta guardia costiera libica”.