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 2025  ottobre 01 Mercoledì calendario

La scalata del Prosecco nel mercato Usa: in 15 anni da zero a 531 milioni di dollari: «Pronti ad affrontare la sfida dei dazi»

Da zero a 531 milioni di dollari in quindici anni. È la «scalata» del Prosecco sul mercato Usa, che oggi vale il 31 per cento dei consumi a valore di tutti i vini italiani commercializzati negli States, con un indice di penetrazione altissimo in tutte le fasce di età, a partire dai millennials (27 per cento) e dal target femminile (6 user su 10 sono donne).
Una corsa iniziata nel 2010, con la ridefinizione della piramide produttiva – Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Asolo Docg e Prosecco Doc – nel 2010. In particolare, negli ultimi sette anni, il balzo in avanti è stato del 178 per cento, il quadruplo rispetto al tasso di incremento complessivo dei vini Made in Italy negli Usa. A rilevarlo è un focus dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly rilasciato oggi in prossimità di Vinitaly.Usa, in programma a Chicago il 5 e 6 ottobre, la fiera b2b dedicata al vino made in Italy.
«Non si può dire che in questi anni – ha detto Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere – non ci siano state difficoltà extra-settore, dal Covid al calo del potere d’acquisto e dei consumi, fino alla concorrenza con altre categorie di bevande. Ma il Prosecco ha dimostrato una straordinaria capacità di resilienza, rafforzandosi grazie a una strategia di valorizzazione coerente e a investimenti promozionali sempre più efficaci. Lo conferma la presenza a Vinitaly USA della collettiva della Regione Veneto e di alcune tra le principali realtà delle tre denominazioni. Con questo spirito il Prosecco e, più in generale, tutte le imprese del made in Italy presenti a Chicago, sono pronte ad affrontare anche la sfida dei dazi. È la prova che, quando l’Italia combina qualità e promozione, può affermarsi come leader globale: lo stesso obiettivo – ha concluso – che ci poniamo con Vinitaly USA per l’insieme delle nostre eccellenze».